IL DOPPIO E I DEBOLI ARZIGOGOLI
Carson é uno scrittore di Belfast, abbastanza quotato, e questo suo romanzo mi é risultato per 1/3 avvincente, per un 1/3 curioso, per 1/3 irritante e per la parte periodica che manca un po´contorto.
Pensando a Belfast uno potrebbe immaginarsi terrorismo, IRA, i muri che dividono la città (grazie! cioè grazie per avermeli fatti conoscere, anche a questo servono i libri, meglio di Wikipedia) e il tema é presente, ma sta abbastanza nello sfondo, o meglio funge da elemento paesaggistico e per "dare vita" alla parte ambientata nella città irlandese.
Questa é soprattutto una storia sul tema del doppio e dell´identitá. Due storie parallele, due protagonisti dal nome quasi uguale (uno a Belfast, l´altro a Parigi), due antagonisti/compagni/alter-ego, dopo l´inizio ricco di fascino, si capisce dove si va a parare, e il gioco mostra secondo me i suoi limiti.
Nel frattempo Carson ha riempito le proprie pagine di riferimenti letterari: Modiano (vero che é strano? e questo libro é del 2012), Benjamin, e tante altre cose, anche molti riferimenti nascosti, cioè citazioni non esibite. Quindi: tema del doppio, e pasticcio letterario (uso la parola italiana visto che di francese é già pieno il libro).
I riferimenti a cui a mio modo di vedere può essere accostato sono Perec per la costruzione geometrica, Modiano per il costante pedinamento, lo sperdersi in luoghi e strade (ma senza il gusto della sintesi e dell´attenersi ai fatti, seppur imprecisi, del recente Nobel). Forse anche Beckett, non so.
Alla fine rimane un´operazione interessante sulla carta, ma che rimane in sostanza fredda e non del tutto riuscita, non tanto per la complessità e i riferimenti di cui sopra, quanto perché una volta capito il giochetto, la cosa diventa meccanica come un cartone animato di Tom e Jerry.
Lo scrittore é anche bravo a costruire atmosfere, intendiamoci, ma sembra divertirsi soprattutto lui, alla fine, in questa costruzione che sembra avergli preso eccessivamente la mano, che insomma poteva essere sviluppata con più profitto in una direzione forse più realistica, o addirittura più modianiana, lasciando che i personaggi si perdessero (anche i doppi) senza poi ritrovarsi, lontani e proprio per questo molto (ma molto) meno scontati, negli esiti.
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