LA MORALE DEL SUBIRE
Un Saul Bellow di annata (era il 1947, quindi subito dopo L´uomo in bilico e prima dell´esplosione con Augie March), e particolarmente ispirato con questo La vittima, romanzo che non ha sentito il passare del tempo.
Una storia di morale e persecuzione, una profondamente "ebrea", si capisce come Bellow abbia imparato (una parte) del mestiere da Malamud, poi se ne è affrancato, già qui si passa dal particolare (appunto il mondo della morale ebrea, di quella sorta di coazione a subire senza reagire)
all´universale, a una riflessione sui rapporti vittima/carnefice, sulla solidarietà, sulla moralità, sul potere del caso e delle scelte.
In più (e funzionale a quanto dicevo sopra, cioè all´universalità della storia, al suo saper volare alto) due personaggi potenti e il solito (ma qui ispirato, funzionale al romanzo e non fine a se stesso o ridondante) filosofeggiare del finissimo Bellow.
Una storia di morale e persecuzione, una profondamente "ebrea", si capisce come Bellow abbia imparato (una parte) del mestiere da Malamud, poi se ne è affrancato, già qui si passa dal particolare (appunto il mondo della morale ebrea, di quella sorta di coazione a subire senza reagire)
all´universale, a una riflessione sui rapporti vittima/carnefice, sulla solidarietà, sulla moralità, sul potere del caso e delle scelte.
In più (e funzionale a quanto dicevo sopra, cioè all´universalità della storia, al suo saper volare alto) due personaggi potenti e il solito (ma qui ispirato, funzionale al romanzo e non fine a se stesso o ridondante) filosofeggiare del finissimo Bellow.
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