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LIBRI E RECENSIONI:HAROLD BRODKEY - QUESTO BUIO FEROCE

CRONACA DI UNA FINE


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Brodkey è uno di quei segreti ottimamente custoditi della letteratura americana. 
Era ammirato da Harold Bloom che lo aveva definito "il Proust americano" tanto per fornire un paragone se vogliamo scomodo (di quelli che possono tarparti le ali, insomma, se presi troppo sul serio).
Ha scritto altre cose, ma ho deciso di iniziare da questo, che è il racconto del suo AIDS, della sua malattia fino alla morte, avvenuta nel 1996, 3 anni dopo la scoperta del virus.
Brodkey ha una scrittura classica - molto Fitzgerald secondo me - e a volte barocca. Su, diciamolo: scrive da dio.
Chiaramente in un romanzo/memoir come questo i rischi sono quello del patetismo e dell´egocentrismo. Il primo viene scongiurato, il secondo non del tutto. Ma va fatta la tara al momento e il contesto in cui il libro è stato scritto. Volontà di riaffermarsi, un´ultima volta prima della fine.
Più che le riflessioni su morte, fama, invidia, amore, brama di vita mi ha convinto proprio la qualità della scrittura, al di là di tutto e di ogni presunta lezione morale che può nascere dal racconto di una vita che si spegne, il principale merito di questo libro è stato il farmi venire voglia di leggere altro di questo autore.

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