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LIBRI E RECENSIONI. MURAKAMI HARUKI - NORWEGIAN WOOD (TOKYO BLUES)

UN DUBBIO ESISTENZIALE

Norwegian Wood recensito su Recensireilmondo



Mumble Mumble, Haurki Murakami e il suo Norwegian Wood.
Il mio primo impatto con questo scrittore era stato Dance Dance Dance. A metà libro pensavo "che scrittore prodigioso, che atmosfere sospese tra nostalgia e thriller".

A fine libro mi sentivo confuso e un po´preso in giro. Realtà parallele, uomini pecora, enigmi irrisolti. Molto fumo negli occhi. Sapori forti a nascondere la sostanziale poca sapidità della pietanza principale?

Come piccolo segnale o colpo di fortuna, visto che è importante per me capire, comprendere, quando mi trovo davanti a un fenomeno mondiale come lo scrittore giapponese - farmi un´opinione mia, non limitarmi a scuotere la testa e perculare fan e lettori appassionati, ho trovato questo libro sugli scaffali dei miei, a Milano...(della serie: informazioni importanti sul background del recensore).

Mi ci sono accostato, l´ho letto insomma e posso dire in prima battuta: il libro mi è piaciuto. Cioè una bella suggestiva storia d´amore e formazione adolescenziale
Eppure. Tutto davvero molto furbo, costruito. Non so: quanto è lecito "giocare" coi sentimenti, costruirne l´interazione a servizio del lettore, disporre temi ed eventi pesanti come scoperta del sesso, malattia, suicidio come figurine perfettamente disposte su un plastico di cui lo scrittore ha l´assoluto controllo, avendo pianificato tutto, senza interferenze esterne?

La domanda è: quanto si emoziona, Murakami, a scrivere queste storie "perfette" che dovrebbero emozionare noi lettori? È una domanda aperta, non ho risposte. Emblematico in questo senso il personaggio di Midori: troppo...troppo sgallettata, divertente...sempre con in bocca la battuta giusta, o la "follia" che risolve la situazione. Troppo perfetto contraltare dell´eterea e malinconica Naori.

Dalla riuscita prefazione di Amitrano veniamo a sapere che questo è appunto il romanzo realista di Murakami, debitore da una parte del Giovane Holden, e dall´altra del grande romanzo europeo dell´800 (riferimenti a Dickens - addirittura).

Nella sostanziale tenuta formale dell´operazione (uso questo termine non a caso, per una volta), ti vien comunque da chiederti se Murakami ci è e ci fa. E secondo me ci fa, il che non vuol dire che io non sia aperto all´opinione di chi lo legge con maggior apprezzamento e magari voglia darmi chiavi di lettura diverse

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