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IL MIO PATRICK MODIANO. BREVE RITRATTO DEL NOBEL PER LA LETTERATURA

FALSI INDIZI E PEDINAMENTI CONTINUI

Ritratto su Recensireilmondo

Ma che scrittore è Patrick Modiano, vincitore del Nobel per la Letteratura. È vero che scrive sempre lo stesso libro? Perché da noi è poco conosciuto? Si meritava il Nobel?

In generale le risposte: Si / non so / non so.

Intanto di lui abbiamo una visione parziale: i suoi libri rispettivamente d´esordio (Piazza della Stella) e uno dei più celebrati in Francia (Via delle Botteghe Oscure) da noi non si trovano da tempo. E quella che si trova nelle nostre librerie è soprattutto la sua ultima produzione. Come fa lui nei suoi libri, dobbiamo procedere per indizi e congetture, ricostruendo ciò che non c´è sulla base del poco che crediamo di vedere.

Credo che alla base della letteratura di Modiano ci sia un elemento autobiografico, uno choc iniziale. Modiano è nato nel 1945 da padre di origine ebrea, imprigionato in vista della deportazione e poi - pare - liberato da una banda di avventurieri e malviventi francesi legati alla Gestapo di Parigi. Credo  - temo - che per Modiano questo corrisponda a una fascinazione, un complesso di colpa e un dubbio sulla propria legittimità di esistere.
Dubbi che saranno stati confermati dalla sua successiva biografia, che lo vede studiare in un collegio, spesso lasciato solo dai genitori,vede poi suo padre sparire e suo fratello morire giovanissimo.

Da questo credo nasce il nucleo tormentato, sinistro e fantasmatico della sua letteratura: il pedinamento, il dubbio, la ricerca di se stessi e del proprio passato, direi l´insicurezza sulla natura di se stessi e del proprio passato, che si combina con una continua interrogazione sulle storie del prossimo, delle persone e dei luoghi, come se lo scrittore o chi dice io nei romanzi fosse costantemente tentato di travestirsi da ispettore per scavare nelle incerte verità (o certe bugie) che la vita ti racconta attraverso gli incontri che fai, le strade che percorri, i quartieri in cui ti soffermi.
Parigi, appunto: Parigi è grande protagonista della sua narrativa, una città che immagini fredda, fumosa, anche essa dai contorni incerti, ma con squarci di ricordo legati a un palazzo, una strada, un ponte, il semplice sollievo di passare da una sponda all´altra della Senna.

Le sue sono insomma opere ricche di brume, depistaggi e falsi indizi. Con un passato che ti "caccia" e non si fa più afferrare. E allo scrittore non resta che cercare di ricostruirlo con il metodo che dicevo sopra, quello speciale metodo che Modiano ha escogitato per cercare di venire a capo dei propri dubbi - o comunque di gestirli in qualche modo.

In ordine cronologico, le prime opere scritte tra quelle disponibili in italiano sono Riduzione di Pena e Fiori di Rovina, da noi tradotte da Lantana (e anche in Francia uscite per un editore diverso dal consueto Gallimard) e molto utili come introduzione allo scrittore; fanno peraltro parte di una trilogia di cui Primavera da cani è il terzo e ultimo elemento, che dovrebbe pure uscire per il piccolo editore romano.
Utili perché profondamente autobiografiche, e quindi particolarmente tipiche della poetica di Modiano. L´elemento quasi giallo si fa preponderante. Non parlo di giallo tradizionale, ma di un´atmosfera di costante sospensione e sospetto, acuita dal sottobosco di avventurieri, rifugiati, fuggitivi e criminali nel quale si muoveva il padre dell´autore.
Inoltre le edizioni italiane comprendono una utile cronologia/biografia dello scrittore e una interessante intervista.

Per Riduzione e Fiori parliamo del 1988 e 1992.
Dobbiamo muoverci di 5 anni per arrivare a Dora Bruder, forse il suo maggiore successo da noi, e a mio modo di vedere il suo libro migliore tra quelli tradotti da noi.
Lo scrittore si imbatte in un trafiletto di un vecchio giornale. È scomparsa una quindicenne. I genitori cercano informazioni. 8 mesi dopo, il suo nome compare in una lista di deportati ad Auschwitz.
Da qui lo scrittore stesso inizia una (inutile, pleonastica, disperata) ricerca di indizi, è come se pedinasse Dora cercando di immaginarne e ricostruire i movimenti.
È un mistero destinato a non risolversi, chiaramente, una ricerca che ci porta (ancora una volta) in giro per Parigi, insieme a una tragedia - quella dell´Olocausto - trattata con tono leggero e intimista, e con la costante interrogazione di Modiano, su se stesso, sulle proprie radici, sulla natura dell´ebreo, in ultima analisi sulla grande domanda: perché lei? Perché non io? Perché non mio padre?
Oh, non ci si aspetti un giallo a ritmi serrati o un congegno basato su una trama "a orologeria". È Modiano e divaga, posso dire comunque che tra quelli letti è il più compiuto, affascinante e dolente.

Nella produzione successiva - tutta uscita per Einaudi - ho trovato che davvero lo scrittore francese si sia spesso ripetuto, dando l´impressione che la sua produzione vada rifiutata o letta in blocco, ogni piccola storia vive nel rapporto con le altre, a formare una piccola grande enciclopedia di Parigi e del passato vagolante, Bijou con il suo spunto pericolosamente simile a quello di Dora Bruder (un riconoscimento e una ricerca), i racconti un po´labili di Sconosciute, l´autobiografia (in sole 78 pagine!) di Pedigree, dove Modiano altera un po´il suo consueto stile poetico affidandosi a una scrittura quasi telegrafica che lascia qualche dubbio, e poi Nel caffè della gioventù perduta e i suoi personaggi fuori fuoco, l´ultimo (edito da noi) e maggiormente compatto L´Orizzonte.

Tutti questi romanzi stanno per essere riportati in libreria da Einaudi, insieme all´ultimo (2012) L´erba delle notti, Frassinelli contribuirá con Viaggio di Nozze (del 1990) e sperabilmente qualcuno farà tornare in circolazione da noi anche i suoi primi, senza i quali è secondo me difficile un giudizio completo.

Il mio consiglio: se lo leggete, iniziate da Dora Bruder. Se non vi piace questo, lasciate perdere, se invece vi parla consiglierei di prendere Riduzione di Pena e Fiori di Rovina, per diventare familiari coi suoi temi e la sua biografia. Della produzione recente direi di provare con uno tra Bijou e L´Orizzonte e magari - se si è proprio incuriositi dall´elemento biografico - di leggere anche Pedigree.

In ultima analisi, tornando alle domande di prima, SI, scrive sempre lo stesso romanzo, la sua produzione è come dicevo un LUNGO romanzo su se stesso e su Parigi. Non è noto da noi perché è scrittore molto intimista, che rischia di non trovare una sua nicchia precisa fuori dalla indubitabile francesitá delle sue storie. Se meritava il Nobel? Non so, ma almeno mi ha dato l´occasione di pedinarlo, provarlo a capire, e scriverci sopra.

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