MARTIN AMIS: SCRITTORE E ROCKSTAR
L´attrazione per Martin Amis "mi" è iniziata ai tempi de "L´informazione". Lo scrittore fece allora parlare di sé - anche da noi - per una coincidenza di avvenimenti.
Amis lasciò la sua agente storica Pat Kavanagh - moglie del suo amico Julian Barnes - per accasarsi con Andrew Wyilie opportunamente soprannominato "Lo sciacallo".
Questo fatto ebbe due conseguenze
1) rottura della storica amicizia tra Amis e Barnes
2) mega-anticipo di 500.000 sterline per L´Informazione. Anticipo assolutamente poco giustificato dai dati di vendita dell´autore, che mai é stato uno da best seller, uno di quegli autori se vogliamo più discussi che comprati
(Si stima per la cronaca che L´Informazione abbia venduto in prima edizione hard cover ca. 50.000 copie)
Amis è sempre stato un po´rock´n´roll, a mio modo di vedere: da giovane era donnaiolo, somigliava a Mick Jagger, e anche la sua scrittura é molto rock, elettrica - la definisce qualcuno. E poi: figlio d´arte, stimato e ricercato e ammirato e invidiato fino dai suoi esordi. Protagonista della scena culturale inglese, scrittore e saggista colto e raffinato, critico ed esegeta di Nabokov, grandissimo amico di Saul Bellow, studioso vorace di storia contemporanea, per esempio del periodo stalinista in Russia. Insomma: non solo una rockstar, non solo apparenza, non solo i pettegolezzi sulle sue spese folli per rifarsi la dentatura (sic!) o per la sua attrazione verso gli Stati Uniti (chiaramente vista male in suolo britannico). Oltre le labbrone c´è di più´, per continuare con mezzi kitsch la metafora jaggeriana.
Credo che Amis abbia scritto dei grandissimi romanzi destinati a durare, ma credo che forse il suo romanzo definitivo debba o possa ancora uscire, che forse la saggezza, la maturità e ahimè la paura della morte possano dare a questo scrittore una sorta di slancio definitivo verso un capolavoro di quelli indiscussi, che stia a lui come Pastorale Americana sta a Roth e Herzog sta a Bellow (anche se mentre scrivo mi rendo conto che questi due sono stati scritti rispettivamente a 63 e 49 anni, Amis ne ha 65, adesso...).
Einaudi sta lavorando alla pubblicazione di quello che da noi era ancora inedito. Nel frattempo sono usciti Il dossier Rachel e Successo, finora inediti da noi, è in dirittura d´arrivo Dead Babies, che si chiamerà Futuro Anteriore, restano fuori quindi i racconti "I mostri di Einstein" (usciti tempo fa per Mondadori e ora fuori commercio - ahimè me li feci sfuggire all´Euromercato di Assago per non avere avuto uno straccio di 1.000 lire con cui comprarli. Per la cronaca mio padre era Direttore di tale Euromercato, non potevo salire a chiederglieli?) e qualche altra opera saggistica (chiaramente più difficile da proporre fuori dallo UK).
Al di là del personaggio, quello che ho amato e amo di Martin Amis sono 3 elementi: Lo Stile, La Satira, Le Ambizioni.
Stile ricco, a volte ipertrofico, fu Bellow a definirlo elettrico, Hitchens nella sua biografia ci informa che Martin gli segnava con la penna rossa le frasi fatte, invitandolo a trovare le parole giuste, darsi tempo per evitare espressioni troppo trite. Ma sopratutto quello che a mio modo di vedere emerge dalla scrittura di Amis è un grande divertimento, la sensazione di trovarsi davanti qualcuno che inventa, che davvero gioca con le parole, lo sa fare, é disinvolto, come vedere in azione uno sciatore provetto: armonia, fluidità, potenza, energia.
Satira: sulla scorta degli Swift, degli Sterne, di Fielding e naturalmente (oh, inevitabile) di Dickens, critica sociale, osservazione dei "mali" del proprio tempo, forte tendenza alla caricatura (fin dai nomi: Keith Talent, John Self) e alla beffa.
E le Ambizioni, i grandi temi: avidità, violenza, invidia, scadimento dei costumi, amore, fedeltà, morte, la Storia con la S maiuscola (che si combina - come già detto - alla S di Stalin), la voglia di andare oltre il bozzetto, oltre la trama, quei due limiti che secondo me hanno tarpato le ali a "narratori" più pacati, più situazionisti come McEwan e Coe.
Volendo parlare dei singoli libri, li radunerei in questo modo
Gli Imperdibili
L´Informazione - un grande romanzo su invidia e disadattamento sociale, una forma di disadattamento borghese che non nasce dalle condizioni esterne ed economiche, ma semplicemente dalla sensazione dell´insuccesso. E anche un romanzo sulle logiche del mondo editoriale e dell´essere scrittore.
Money - supremamente divertente, la "take" di Amis sugli spleendidiii anni ´80, un mix impagabile di comicità e controllo della struttura, e ancora aderenza ai propri tempi, ai tempi di cui si vuole scrivere.
London Fields - a volte involuto, ma probabilmente il suo romanzo più ambizioso e dickensiano, un mix di thriller e romanzo urbano-sociale. Freccette, oltretutto.
Lionel Asbo - la versione attualizzata di Money. Leggerino e davvero divertente. Da leggere anche per capire meglio fenomeni tipo i Corona o le Nina Moric di questo tempo.
La zona di interesse - Amis non dice cose veramente nuove su nazismo e shoah, ma quello che dice lo dice bene, con voci graffianti, ironia lancinante e personaggi che non si dimenticano. E chiaro che i tedeschi si sono un po´risentiti, per come sono stati descritti "etologicamente" (forse entomologicamente)
La casa degli incontri - un Amis più laconico, che adatta il suo stile e si mimetizza in una storia di gulag scritta con sentimento e documentazione, un´impresa non facile ma decisamente riuscita, lo consiglierei a tutti quelli che abbiano provato a leggere quelli di cui sopra senza trovarsi in armonia con lo stile dello scrittore
A un passo dalla gloria
Successo - credo il primo Amis che abbia fatto pensare "oh, lui sì, lui sì", un´elaborazione scatenata, divertente e per niente banale sul tema del doppio, dell´identità, del peso del destino, ma anche un gioco letterario abbastanza scoperto (l´inaffidabilità della narrazione, del narratore) ma lo stesso avvincente. E lo ha scritto quando neanche aveva trent´anni.
La vedova incinta - il libro di Martin su invecchiamento e sesso, sulla sua generazione e la liberalizzazione (o liberazione) dei costumi. Davvero divertente, alcune invenzioni strepitose (Impy, e anche la dieta a base di pesce), ma forse 70-80 pagine di troppo
Il treno della Notte - Martin goes Thriller/Noir, imitando il linguaggio del genere americano (anche se rimane una riconoscibilità amissiana - nonostante le polemiche in patria). Bello per il 75%, appassionante (é la storia di un suicidio, in buona sostanza), ma il finale non mi ha completamente convinto
I rivedibili
Il dossier Rachel - Amis come Salinger, Amis generazionale, al suo esordio, il giovane Martin aveva già stoffa e linguaggio, ma il romanzo è ancora compiaciuto e imperfetto, seppur - come sempre - piuttosto divertente e stupendamente "sconcio"
Altra Gente - storia di mistero e pedinamenti londinesi, atmosfere rarefatte, non completamente riuscito, poca empatia con il personaggio principale
Cattive Acque - racconti, alcuni molto validi altri già meno, insomma un po´di discontinuità (come a volte tipico in questi casi)
La freccia del Tempo - a molti é piaciuto, parla di Olocausto ed é tutto basato su una "trovata" che non svelerò e che a me ha provocato immensa stanchezza. Ma non amo in generale questo genere di romanzo tutto basato su (appunto) una situazione di partenza surreale o su un rovesciamento - Gogol escluso, quindi può essere un problema mio
Cane Giallo - Tibor Fischer (che mai arriverà a scrivere come Amis, tié!) lo riteneva imbarazzante "quasi come essere beccato in metropolitana a leggere un giornale porno". Tutti i torti non li ha. Amis va avanti a talento puro e invenzioncine, ma effettivamente la storia è pretestuosa e poco compatta
La saggistica
Koba il terribile - vera e propria saggistica storico/politica sul periodo Staliniano, scritto con la classica vivacità e ricchezza di argomenti (e prosa) amissiana. Per chi é appassionato dello scrittore e/o del tema
Il secondo aereo - una raccolta di saggi e racconti sull´11 Settembre. Secondo me livello molto alto sia nella narrativa che dal punto di vista "fattuale". Da avere se non si é ancora letto abbastanza sul tema.
Esperienza - l´autobiografia di Amis. Per appassionati dello scrittore, chiaro. Da leggere secondo me dopo aver affrontato alcuni suoi romanzi. In ogni modo Amis é figlio di Kingsley - pure lui grande scrittore inglese anche se ora un po´dimenticato e svalutato, ben inserito nell´attualità culturale inglese, quindi gli spunti ci sono a tutti i livelli, per potersi "annotare" cose, fatti, libri.
E anche qui un momento divertentissimo (il padre guarda Terminator e ripete a Linda Hamilton - Sarah Connor di tagliarsi i capelli - e la maniera in cui Amis figlio ci gioca).
1) rottura della storica amicizia tra Amis e Barnes
2) mega-anticipo di 500.000 sterline per L´Informazione. Anticipo assolutamente poco giustificato dai dati di vendita dell´autore, che mai é stato uno da best seller, uno di quegli autori se vogliamo più discussi che comprati
(Si stima per la cronaca che L´Informazione abbia venduto in prima edizione hard cover ca. 50.000 copie)
Amis è sempre stato un po´rock´n´roll, a mio modo di vedere: da giovane era donnaiolo, somigliava a Mick Jagger, e anche la sua scrittura é molto rock, elettrica - la definisce qualcuno. E poi: figlio d´arte, stimato e ricercato e ammirato e invidiato fino dai suoi esordi. Protagonista della scena culturale inglese, scrittore e saggista colto e raffinato, critico ed esegeta di Nabokov, grandissimo amico di Saul Bellow, studioso vorace di storia contemporanea, per esempio del periodo stalinista in Russia. Insomma: non solo una rockstar, non solo apparenza, non solo i pettegolezzi sulle sue spese folli per rifarsi la dentatura (sic!) o per la sua attrazione verso gli Stati Uniti (chiaramente vista male in suolo britannico). Oltre le labbrone c´è di più´, per continuare con mezzi kitsch la metafora jaggeriana.
Credo che Amis abbia scritto dei grandissimi romanzi destinati a durare, ma credo che forse il suo romanzo definitivo debba o possa ancora uscire, che forse la saggezza, la maturità e ahimè la paura della morte possano dare a questo scrittore una sorta di slancio definitivo verso un capolavoro di quelli indiscussi, che stia a lui come Pastorale Americana sta a Roth e Herzog sta a Bellow (anche se mentre scrivo mi rendo conto che questi due sono stati scritti rispettivamente a 63 e 49 anni, Amis ne ha 65, adesso...).
Einaudi sta lavorando alla pubblicazione di quello che da noi era ancora inedito. Nel frattempo sono usciti Il dossier Rachel e Successo, finora inediti da noi, è in dirittura d´arrivo Dead Babies, che si chiamerà Futuro Anteriore, restano fuori quindi i racconti "I mostri di Einstein" (usciti tempo fa per Mondadori e ora fuori commercio - ahimè me li feci sfuggire all´Euromercato di Assago per non avere avuto uno straccio di 1.000 lire con cui comprarli. Per la cronaca mio padre era Direttore di tale Euromercato, non potevo salire a chiederglieli?) e qualche altra opera saggistica (chiaramente più difficile da proporre fuori dallo UK).
Al di là del personaggio, quello che ho amato e amo di Martin Amis sono 3 elementi: Lo Stile, La Satira, Le Ambizioni.
Stile ricco, a volte ipertrofico, fu Bellow a definirlo elettrico, Hitchens nella sua biografia ci informa che Martin gli segnava con la penna rossa le frasi fatte, invitandolo a trovare le parole giuste, darsi tempo per evitare espressioni troppo trite. Ma sopratutto quello che a mio modo di vedere emerge dalla scrittura di Amis è un grande divertimento, la sensazione di trovarsi davanti qualcuno che inventa, che davvero gioca con le parole, lo sa fare, é disinvolto, come vedere in azione uno sciatore provetto: armonia, fluidità, potenza, energia.
Satira: sulla scorta degli Swift, degli Sterne, di Fielding e naturalmente (oh, inevitabile) di Dickens, critica sociale, osservazione dei "mali" del proprio tempo, forte tendenza alla caricatura (fin dai nomi: Keith Talent, John Self) e alla beffa.
E le Ambizioni, i grandi temi: avidità, violenza, invidia, scadimento dei costumi, amore, fedeltà, morte, la Storia con la S maiuscola (che si combina - come già detto - alla S di Stalin), la voglia di andare oltre il bozzetto, oltre la trama, quei due limiti che secondo me hanno tarpato le ali a "narratori" più pacati, più situazionisti come McEwan e Coe.
Volendo parlare dei singoli libri, li radunerei in questo modo
Gli Imperdibili
L´Informazione - un grande romanzo su invidia e disadattamento sociale, una forma di disadattamento borghese che non nasce dalle condizioni esterne ed economiche, ma semplicemente dalla sensazione dell´insuccesso. E anche un romanzo sulle logiche del mondo editoriale e dell´essere scrittore.
Money - supremamente divertente, la "take" di Amis sugli spleendidiii anni ´80, un mix impagabile di comicità e controllo della struttura, e ancora aderenza ai propri tempi, ai tempi di cui si vuole scrivere.
London Fields - a volte involuto, ma probabilmente il suo romanzo più ambizioso e dickensiano, un mix di thriller e romanzo urbano-sociale. Freccette, oltretutto.
Lionel Asbo - la versione attualizzata di Money. Leggerino e davvero divertente. Da leggere anche per capire meglio fenomeni tipo i Corona o le Nina Moric di questo tempo.
La zona di interesse - Amis non dice cose veramente nuove su nazismo e shoah, ma quello che dice lo dice bene, con voci graffianti, ironia lancinante e personaggi che non si dimenticano. E chiaro che i tedeschi si sono un po´risentiti, per come sono stati descritti "etologicamente" (forse entomologicamente)
La casa degli incontri - un Amis più laconico, che adatta il suo stile e si mimetizza in una storia di gulag scritta con sentimento e documentazione, un´impresa non facile ma decisamente riuscita, lo consiglierei a tutti quelli che abbiano provato a leggere quelli di cui sopra senza trovarsi in armonia con lo stile dello scrittore
A un passo dalla gloria
Successo - credo il primo Amis che abbia fatto pensare "oh, lui sì, lui sì", un´elaborazione scatenata, divertente e per niente banale sul tema del doppio, dell´identità, del peso del destino, ma anche un gioco letterario abbastanza scoperto (l´inaffidabilità della narrazione, del narratore) ma lo stesso avvincente. E lo ha scritto quando neanche aveva trent´anni.
La vedova incinta - il libro di Martin su invecchiamento e sesso, sulla sua generazione e la liberalizzazione (o liberazione) dei costumi. Davvero divertente, alcune invenzioni strepitose (Impy, e anche la dieta a base di pesce), ma forse 70-80 pagine di troppo
Il treno della Notte - Martin goes Thriller/Noir, imitando il linguaggio del genere americano (anche se rimane una riconoscibilità amissiana - nonostante le polemiche in patria). Bello per il 75%, appassionante (é la storia di un suicidio, in buona sostanza), ma il finale non mi ha completamente convinto
I rivedibili
Il dossier Rachel - Amis come Salinger, Amis generazionale, al suo esordio, il giovane Martin aveva già stoffa e linguaggio, ma il romanzo è ancora compiaciuto e imperfetto, seppur - come sempre - piuttosto divertente e stupendamente "sconcio"
Altra Gente - storia di mistero e pedinamenti londinesi, atmosfere rarefatte, non completamente riuscito, poca empatia con il personaggio principale
Cattive Acque - racconti, alcuni molto validi altri già meno, insomma un po´di discontinuità (come a volte tipico in questi casi)
La freccia del Tempo - a molti é piaciuto, parla di Olocausto ed é tutto basato su una "trovata" che non svelerò e che a me ha provocato immensa stanchezza. Ma non amo in generale questo genere di romanzo tutto basato su (appunto) una situazione di partenza surreale o su un rovesciamento - Gogol escluso, quindi può essere un problema mio
Cane Giallo - Tibor Fischer (che mai arriverà a scrivere come Amis, tié!) lo riteneva imbarazzante "quasi come essere beccato in metropolitana a leggere un giornale porno". Tutti i torti non li ha. Amis va avanti a talento puro e invenzioncine, ma effettivamente la storia è pretestuosa e poco compatta
La saggistica
Koba il terribile - vera e propria saggistica storico/politica sul periodo Staliniano, scritto con la classica vivacità e ricchezza di argomenti (e prosa) amissiana. Per chi é appassionato dello scrittore e/o del tema
Il secondo aereo - una raccolta di saggi e racconti sull´11 Settembre. Secondo me livello molto alto sia nella narrativa che dal punto di vista "fattuale". Da avere se non si é ancora letto abbastanza sul tema.
Esperienza - l´autobiografia di Amis. Per appassionati dello scrittore, chiaro. Da leggere secondo me dopo aver affrontato alcuni suoi romanzi. In ogni modo Amis é figlio di Kingsley - pure lui grande scrittore inglese anche se ora un po´dimenticato e svalutato, ben inserito nell´attualità culturale inglese, quindi gli spunti ci sono a tutti i livelli, per potersi "annotare" cose, fatti, libri.
E anche qui un momento divertentissimo (il padre guarda Terminator e ripete a Linda Hamilton - Sarah Connor di tagliarsi i capelli - e la maniera in cui Amis figlio ci gioca).
Inoltre é uscita in Italia anche la raccolta di saggi L´attrito del tempo, di natura soprattutto letteraria, che non ho ancora letto.
Per completezza ci sarebbe anche "Visting Mrs. Nabokov" uscito nella rivista "Storie", Amis è grande studioso e ammiratore di Nabokov, il titolo credo renda l´idea (intervista con la vedova dello scrittore russo-americano), chiaramente è per completisti di Amis e/o di Nabokov.
E per stracompletezza il libro fotografico "Pornoland", insieme all´italiano (fotografo, appunto) Stefano de Luigi dove Amis contribuisce con una tirata (poi riciclata in Cane Giallo) sull´industria pornografica della Bay Area. Sinceramente non necessario.
Ah, e ancora "L´invasione degli Space Invaders" un curioso saggio sui videogiochi, di cui lo scrittore era appassionato da ragazzo. Non ancora letto, ma qualche risata la promette.
Per completezza ci sarebbe anche "Visting Mrs. Nabokov" uscito nella rivista "Storie", Amis è grande studioso e ammiratore di Nabokov, il titolo credo renda l´idea (intervista con la vedova dello scrittore russo-americano), chiaramente è per completisti di Amis e/o di Nabokov.
E per stracompletezza il libro fotografico "Pornoland", insieme all´italiano (fotografo, appunto) Stefano de Luigi dove Amis contribuisce con una tirata (poi riciclata in Cane Giallo) sull´industria pornografica della Bay Area. Sinceramente non necessario.
Ah, e ancora "L´invasione degli Space Invaders" un curioso saggio sui videogiochi, di cui lo scrittore era appassionato da ragazzo. Non ancora letto, ma qualche risata la promette.
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