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LO SCRITTORE COME PERSONAGGIO - UNA BREVE PANORAMICA

DA AMIS A ROTH (PASSANDO PER BUSI)

scrittori protagonisti


Nella biografia di Christopher Hitchens il suo amico Martin Amis viene descritto come una sorta di Rockstar, in questo modo chiudendo il (mio) cerchio, visto che io l´ho sempre visto e adorato come tale.
Non vivendo in UK è difficile capire quale sia veramente l´impatto mediatico di quello che è un semplice scrittore, certo il giovane Amis con la bocca alla Mick Jagger e tutti i capelli un suo fascino ce lo aveva, e il tema del fascino dello scrittore e della curiosità della gente (anche se sarebbe da esplorare cosa si intenda, per gente - certo non il pubblico dei Reality e di MTV e quelli che seguono le Cucine da Incubo e le Malattie Imbarazzanti) per la vita degli scrittori.

Collegavo questo a quanto letto sul francese-provocatore-nichilista (e secondo me grandissimo scrittore) Houellebecq, che partendo da un documentario dove si inscena il suo rapimento (a sua volta basato su un fatto reale, ovvero un interruzione di linee telefoniche che lo aveva isolato per alcuni giorni dal mondo, facendolo appunto temere) si è inventato una sorta di seconda carriera da attore, sempre giocando sul suo personaggio a metá tra il filosofo-saggista teorizzatore della inutilità dell´uomo e della vita occidentali e il franco e auto-soddisfatto maniaco sessuale.

Un altro bravo a creare il personaggio é James Ellroy, la cui esuberanza nelle interviste e nelle autovalutazioni (i´m the mag dog of the literature!) è secondo me una reazione alla sua biografia da autentico sfigato (e lo dico con senso del dramma, per quello che gli è successo da ragazzino, basta leggere I miei luoghi oscuri e il meno riuscito Caccia alle Donne).

Da noi uno che ci prova ma che nella societá-puttanaio viene bellamente trascurato è Massimiliano Parente, basta vedere questa intervista. E poi leggere i suoi libri, dove di solito mette in scena un se stesso (vedi alla voce Houellebecq) disperato e disperante, sessuofilo, cinico, crudele, auto-crudele, compiaciuto delle proprie perversioni etc.
In "Il piú grande artista del mondo dopo Adolf Hitler" si è travestito invece da Catellan, e almeno dal punto di vista letterario la cosa ha avuto riuscita decisamente maggiore.

Erano altri tempi - tempi in cui si poteva ancora un minimo provocare - quelli in cui Aldo Busi divenne uno scrittore più conosciuto che letto. Le creazioni di Busi sono spesso complesse, dense, articolate, per nulla mainstream, e se ci sono sesso e provocazione sono funzionali alla trama, ben poco fine a se stesse, poco esibite, fanno parte della vitalitá del personaggio in via di formazione o già formato, del suo desiderio Sabbathiano di sconfiggere la paura della morte - o meglio - affermare la volontà di vivere attraverso il proprio corpo, il proprio godimento.
Busi fu comunque abile ad affermarsi come personaggio televisivo-mediatico. Erano altri tempi, dicevo, tempi di Maurizio Costanzo Show, le sue provocazioni apparirebbero oggi innocue e un po´ tenere, farebbero l´effetto che poteva aver fatto ai nostri nonni vedere l´ombelico scoperto di Raffaella Carrá.

Di fatto ho iniziato a parlare di scrittori-personaggio e per la natura dell´esibizionismo mi sono soffermato sopratutto sui provocatori.
Esistono altri esempi, forse ancora piú fondati, di creazione del personaggio, il più clamoroso é quello costruito "Per assenza", insomma Thomas Pynchon, che è riuscito a farsi immortalare in una puntata dei Simpson, cosa che mi pare giusta e coerente, insomma il ricongiungimento con la Vera Cultura Pop, da parte di un autore che spesso ne fa un uso accumulatorio.

Da noi c´è poi la costruzione "per fascino e birignao" per esempio di un Baricco, un abile gioco di  rimbalzo tra aspetto fisico, magnetismo, divulgazione culturale e oggettiva competenza, dove ogni elemento completa e fa da trailer per l´altro.


In tutto questo, consiglio di procurarsi il DVD su Philip Roth, Una storia americana. Al di là del suo aver rovesciato i tavoli della letteratura ebreo-americana, e della sua immensa abilità a completare le sue storie con un uso massiccio ma mirato dell´elemento-sesso, Roth spicca per intelligenza, discrezione e signorilità. In questo caso, il personaggio fa tutt´uno con le proprie creatività e capacità di scrittura, mi spingerei a dire che non esiste un Roth-personaggio, prevale lo scrittore, l´uomo-scrittore che non ha bisogno di apparire o sovraesporsi. Concentrarsi sui libri, sulla tecnica, e il resto é un dettaglio- la strada giusta per diventare non solo uno dei grandi, ma (forse) il piú grande di tutti.

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