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LIBRI E RECENSIONI. EMMANUEL CARRÉRE - LIMONOV

DI MANCATI ATTORI PROTAGONISTI


Recensireilmondo



Questo libro - da me simpaticamente rinominato "Il libro acido" (Limonov = Limone = aciditá, buffo no?) - mi é piaciuto, ma non per i motivi per cui sembra essere piaciuto ad altri. Ho confrontato l´opinione che mi sono fatto con altre 2-3 recensioni, recensioni solide, competenti, da Cabaret Bisanzio a Yasmina Reza sull´Internazionale.

Quello che mi ha stupito giá durante la lettura é che venga recensito e letto mettendo l´accento sul personaggio Limonov, che secondo me NON É il protagonista. Il protagonista é la storia russa, e l´occhio documentato e ironico di Carrere che ne illumina alcuni aspetti per il lettore.

Questo - questo davvero - potrebbe essere il vero fallimento per Limonov, non essere neppure il vero protagonista di una storia che porta il suo nome.
Intendiamoci: Limonov é personaggio fortemente romanzesco, attraversa il libro con la sua aria da simpatica canaglia, le sue contraddizioni, il suo senso dell´onore, eppure...eppure ho come l´impressione che per Carrere (che é decisamente un saggista / biografo, non un romanziere) sia un pretesto. Attenzione, non un simbolo: qui c´é vita, non allegorie. Ma un pretesto per scavare nelle contraddizioni della politica russa, in questa specificitá non semplicissima da capire per occhi strettamente occidentali, un mix di orgoglio, Ostalgia, troppa vodka, ribellione di pochi e rassegnazione di molti, iniziativa privata mal interpretata, ricerca ossessiva dell´eroe nazionale, dell´uomo forte.

Detto questo: intendiamoci, é un pretesto che funziona. Le pagine sul (mancato) protagonista sono dinamiche, movimentate, essenziali, senza di lui sarebbe un saggio come tanti, magari lievemente piu acuto e divulgativo (io comunque lo farei leggere nelle scuole medie, specie le pagine su Gorbacev e sul suo -post), e invece le peripezie (quasi picaresce) del simpatico (mancato, anche qui) criminale si inseriscono alla perfezione (la rappresentano, verrebbe da dire) nel contesto della storia e del modo di agire russo.
Con alcune punte di commozione, come quando Limonov rivede i genitori, dimessi, rassegnati come non mai, come un incontro tra un vecchio, qualcosa di umile e rassicurante e fondamentalmente misero e un´aspirazione al "di piú" destinata a sfociare in ribellione (giá avvenuta) ma probabilmente a non realizzarsi mai compiutamente.

Ahimé il romanzo, la letteratura é destinata a essere una stanza solo per lui, o solo per loro, per personaggi come Eduard, mentre la storia, no, la storia gli rimarrá preclusa, la storia é per i Putin, per gli Eltsin, per i Gorbachev, non importa quanto ridicolo o inglorioso sará il loro crepuscolo.
Questa forse é la lezione di Carrere, il suo umanesimo: siamo piccoli e insignificanti, perfino Limonov lo é, ma insomma ci accontentiamo, se almeno nella nostra stanza, o attaccati alle mura dove chiediamo la caritá, possiamo per qualche ora considerarci i re, ognuno a modo suo.

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