PICCOLI EDITORI, INFINITI SPUNTI
Oggi mi sono svegliato fustigatore dei costumi e dell´editoria che "lottkizza" lo Strega. Da 9 ani non vince un editore diverso da Mondadori e Rizzoli (intesi come gruppi) e dal 1997 non vince un editore diverso dai 3 Big.
E io mi vendico con una sfilza di anticipazioni che hanno poco in comune, se non il fatto di essere tutte uscite per editori indipendenti. E testi fascinosi, interessanti, a mio insindacabile modo di vedere.
Inizio dalla preziosa collana degli intramontabili di E/O. Joan Didion con Diglielo da parte mia é giá apparsa in quel contesto, e continua ora la riscoperta di questa giornalista-romanziere statunitense, attiva sia nell´ambito della non-fiction (é stata esponente del cd. new journalism) che come narratrice pura, dalla scrittura "secca", dal frequente "non detto", come mi fa notare un´amica.
A Settembre uscirá Democracy storia ambientata in Asia alla fine della guerra del Vietnam, e dove la narratrice si identifica non con una "voce esterna" ma con la Didion stessa, lasciando spazio quindi a una pura narrazione (che é di fatto una storia d´amore) ma anche alle (mi verrebbe da dire consuete) riflessioni sul ruolo dell´autore, la sua ambiguitá, la scelta di cosa includere e omettere.
Cercando un minimo di coerenza nei percorsi, rimango negli US con il mitico Percival Everett, irregolare, sperimentatore, prolifico. Chi lo ha giá letto ne dice meraviglie.
A Settembre per Nutrimenti (uno dei piú lucidi ed efficaci tra i piccoli editori, secondo me) esce "Percival Everett di Virgin Russell". Proprio cosí: il nome dell´autore nel titolo.
E in effetti si va di sperimentazione, anche nello svolgimento: piani narrativi che si intersecano, confusione sull´autore, uno spunto "flebile" (un uomo va a visitare il padre morente, e questo gli racconta delle storie) che si scioglie quasi subito in direzioni diverse, in differenti storie che a volte - per precisa scelta dell´autore - non vanno da nessuna parte.
Tutto questo é Everett, e la critica-US ha sottolineato non solo l´aspetto sperimentale (fino a paragoni con il Finnegan´s Wake) ma anche l´ironia, la pietá, la tematica della terza etá e dei rapporti padre/figlio che dietro la sperimentazione si celano, quindi un qualcosa di non fine a se stesso, sembrerebbe, ed é per questo che mi incuriosisce
Volo ora in direzione Europa, in direzione Nord. Da Iperborea. Che é Scandinavia ma non solo. É anche Olanda ad esempio.
Tommy Wieringa (da noi giá uscito con Joe Speedboat) é un olandese di cui a Settembre uscirá il romanzo Questi sono i nomi, un allegoria sulla diaspora, la fuga e la migrazione, che si é conquistato paragoni con Cotzee e Cormac McCarthy. La trama é fortemente spostata verso il simbolismo, la parabola: un gruppo di rifugiati viene spedito genericamente "a est" fino a raggiungere una cittá russa, dove un poliziotto disilluso indaga sulla morte di un rabbino. A voi la scelta se farvi "trascinare" - diró peraltro qualcosa in piú sui simbolismi e su come a volte contrariamente a tutte le attese "funzionino" appena finita la lettura di "Melancolia della resistenza" di Laszlo Krasznahorka (...!), un oggetto davvero originale in questo senso.
Sempre per Iperborea uscirá ad Agosto il nuovo Per Enquist, probabilmente il piú grande scrittore svedese vivente, da noi conosciuto ad esempio per il Medico di Corte e per il Libro di Blanche e Marie.
Il suo nuovo si chiama "Il libro delle parabole" costruito su uno spunto se vogliamo "tipico". Al narratore viene inviata una raccolta di poesie d´amore scritte dal padre morto. Questo fatto diventa occasione per riflettere sull´amore, sull´iniziazione al sesso, sulla morale. Il libro é stato descritto qui in Germania come il romanzo piú personale di Enquist, che é comunque scrittore che non ha certo paura a mettersi in gioco (vedi la riuscita autobiografia da alcolista di "Un´altra vita").
Prima di viaggiare un po´nel passato segnalo Moscoviade dell´ucraino Jurij Andruchovyc, in uscita ad Agosto per il piccolo editore pugliese Besa/Controluce.
É una sorta di un ritratto dall´interno della capitale russa, vista dagli occhi di un "profugo culturale", un poeta ucraino, negli ultimi anni di Perestrojka, con il tentativo russo di prolungare l´agonia, difendere la propria egemonia culturale. Tema fortemente politico, quindi e di attualitá - o meglio da confrontare con il tentativo putiniano di (non piú difendere ma) affermare la propria egemonia a tutti i livelli.
Resto in Russia ma mi sposto di un paio di secoli per parlare di un (ennesimo) irregolare ovvero Michail Saltykov, burocrate, amministratore, politico, giornalista, sempre intento a litigare coi suoi datori di lavoro (fondamentalmente gli zar) e a satireggiare la Russia, la grettezza dei ricchi, la ristrettezza di vedute dei politici, il falso progressismo degli Zar stessi.
Da noi é giá stato pubblicato con diverse fortune, é sopratutto Quodlibet ad occuparsene, nel 2013 é uscito "Fatti d´altri tempi nel distretto di Posechon´je" e sta ora per uscire con una nuova traduzione (il libro fu giá disponibile negli Oscar Mondadori) quello che é considerato il capolavoro dello scrittore russo, ovvero "I signori Golovlev", storia cupa e tipicamente russa di una famiglia ormai divisa da aviditá e desiderio di "Possedere", un libro da una parte coerente con la biografia dell´autore, e dall´altra probabilmente anche influenzato dai contatti con Zola e Flaubert conosciuti in Francia, dove l´autore era andato a curarsi.
Finisco tornando a casa, ovvero in Germania, anzi qui in Baviera (nato nel 1882 a Würzburg, morto nel 1961 a Monaco), l´autore si chiama Leonhard Frank e perfino qui é abbastanza dimenticato (ci sará pure un motivo, direte voi).
Il suo libro piú famoso, un vero best-seller clandestino durante la 1° guerra mondiale fu "L´uomo é buono", una serie di novelle di guerra, dall´intento pacifista, brutali, realistiche, una sorta di monito contro tutte le guerre. Il libro uscirá a Luglio da Delvecchio e - vi avverto - da alcuni critici anche importanti (qui in Germania) é considerato datato, ma puó essere un inizio di riscoperta per un autore che fu importante.
Per oggi finisco qui. E mi scuso se su 7-8 autori nominati, 3-4 avevano nomi impronunciabili.
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