UN SAGGIO IN CINQUINA
Fresco in cinquina dello Strega, questo libro mi lascia sensazioni contrastanti.
Ha squarci interessanti e "pensate" (sui rapporti, sulla paternitá) intelligenti, non banali ma nel complesso devo giudicarlo da come si presenta, da romanzo, ma come struttura é piú un insieme di bozzetti, con un andamento ampiamente saggistico e le scene erotiche che ad esempio non legano con l´insieme, sembrano appiccicate lí a bella posta.
La prosa di Scurati é elegante e a tratti involuta, deve qualcosa alla scrittura ricca di tecnicismi presi da altre discipline (scienza, astronomia, biologia) dei post-Calviniani alla De Carlo, alla Del Giudice. Specie all´inizio c´é una sorta di WANNABE-Houllebecq, una ricerca di nichilismo che poi si scioglie nella radice autobiografica (l´autore é diventato padre) della speranza.
Mi é sembrata piú l´opera di un buon polemista/pensatore (e magari personaggio televisivo, cosa che Scurati non é, credo, o non é ancora) che un romanzo degno della cinquina, alla fine.
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