SEGNALI DI VITA
Ci sono congiunture favorevoli che ti fanno riprendere fiducia (se ce ne fosse bisogno) nel romanzo, nell´editoria e in tutto il resto, e mandare (benevolmente) a quel paese i profeti della morte del libro e della mercificazione dell´editoria.
Voglio dire, Elliot dopo aver finalmente rispolverato Dreiser (Sister Carrie uscito circa un mese fa) ha fatto uscire O Lost di Thomas C. Wolfe.
Allora, che Wolfe fosse un GRANDE (In tutti i sensi) scrittore USA dell´inizio ´900 pre-2° guerra mondiale mi era chiaro. Ma in Italia era tradotto frammentariamente, a pezzettini.
L´aggancio é avvenuto con la lettura di un saggio/biografia che consiglierei a tutti gli appassionati di narrativa made in USA ovvero "Max Perkins, l´editor dei geni", Perkins era stato appunto editor di Hemingway, Fitzgerald e di Wolfe.
Wolfe è il classico personaggio un po´larger than life (come amano dire gli americani, e come amo dire pure io), ipertrofico in tutti i sensi, presuntuoso e insicuro, una vita passata a soffrire e litigare con se stesso e con gli editor.
O Lost altro non è che il Director´s cut di Angelo, guarda il passato. Cioè, quest´ultimo é il PRIMO GRANDE ROMANZO di Wolfe, ma era stato il risultato di una negoziazione feroce tra Perkins e Wolfe, mentre O Lost è appunto "L´intenzione di Wolfe", la cosa insomma non tagliata e non (troppo) editata.
Wolfe è un po´uno sperimentatore, uno che vorrebbe o forse avrebbe voluto essere Joyce, un cantore dell´America, ma a modo suo, un irregolare, uno che voleva raccontare tutto il mondo; al di là di tutto, é un bel segnale che proprio in Italia grazie a Elliot esca la prima traduzione europea (se ho ben capito) del libro.
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