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LIBRI E RECENSIONI. FABIO VOLO - LA STRADA VERSO CASA

LA MIA ESPERIENZA CON IL MAINSTREAM

 

Settario, snob, con la puzza sotto il naso.
No anzi - perdo tempo, mi occupo di spazzatura.
Chi e cosa sono per aver provato a farmi un´opinione mia di Fabio Volo e aver abbandonato attorno a pagina 60 del nuovo - La strada verso casa?

La partita è assai delicata; da una parte si tratta della legittimità di questo tipo di opera visto che in rete c´è anche chi mette in dubbio che Volo debba essere pubblicato - debba esistere in quanto scrittore insomma (e qui si aprirebbe tutto un secondo filone - cosa è uno scrittore? È più scrittore Volo o quelli che su Facebook nella professione scrivono "scrittore" e non hanno nulla in libreria, nulla in E-Book?).

E poi chiaramente il valore letterario.

Se parliamo di legittimità, per me quella di Volo è piena. Non sono un gran teorico della letteratura - ma quella di intrattenimento credo sia sempre esistita, con diverse declinazioni. Per motivi puramente irrazionali gli unici libri che non sopporto di vedere sugli scaffali di una libreria sono quelli dei comici.
Sono abbastanza consapevole di un fatto: se non ci fosse Volo, non è che chi lo compra si butterebbe su Philip Roth o Martin Amis o Walter Siti. Quindi ben venga Volo se aiuta qualcuno a sostituire qualsiasi altro passatempo con la lettura. E - diciamolo - ben venga Volo se aiuta i fatturati di un editore che - per esempio - parallelamente sta proponendo nei Meridiani la Commedia Umana di Balzac.

Chi legge Volo poi ci prenderà gusto e passerà a cose più complesse? Non credo, non lo so, e non mi importa. Ma appurato che non si tratta di opera sconcia, pornografica o portatrice di valori beceri, mi sembrerebbe davvero settario (oltre che inutile) proporne il bando dalle librerie.
E poi se lo si proponesse: allora passeremmo a parlare della legittimità di Profezie di Celestino, dell´opera omnia di Coelho, di Faletti e chi più ne ha più ne metta...

Detto questo - detto questo: il valore letterario ènullo o poco più. È un po´come bere una birra analcolica e che sia stata aperta per troppo tempo. In qualche modo riconosci il gusto che la bevanda è stata preposta a imitare, ma allo stesso tempo ti viene - e molto velocemente - voglia dell´originale.
Davvero troppo sgasato, questo romanzetto. C´è qualche premessa interessante, un paio di scene godibili, dei dialoghi che sembrano presi di peso da Die Hard con quegli scambi arguti che immagineresti perfetti in bocca a Bruce Willis e Samuel L. Jackson.
E però davvero il concetto di scrittura semplice e piana viene ridefinito, lasciando spazio a delle descrizioni davvero tautologiche, e all´assecondare le (presunte) difficoltà del lettore spiegandogli tutto, non lasciando alcuno spazio all´immaginazione, come se uno comprasse un puzzle e se lo trovasse nella scatola già completato.

No, non occuperò altro del mio tempo con Volo, ma - cari amici di Facebook - sono contento di essermi fatto un´opinione mia.
E no - non sono invidioso, non mi interessa che venda milioni di copie - la sfida credo si giochi da un´altra parte, e non è che i nostri editori non la raccolgano, io ogni mese metto in Lista Desideri decine di titoli interessanti e underground, ma essendo il nostro (ho l´impressione a volte) un paese dove si scrive molto ma si legge meno, non sarà Volo a rovinare il romanzo romanzo ma al limite la nostra attitudine pigra e parolaia. Ma questo - ammetto - è un altro discorso.
 

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