UNA GUIDA PRATICA
In effetti, per quanto possa essere avveduto, curioso e sofisticato un lettore, temo e credo che quello che si vuole da un testo sia un certo piacere della lettura, piacere che può ben essere puramente intellettuale, ma deve (a mio modo di vedere) emergere "nell´immediatezza del testo", in parole povere durante la lettura e senza dover ricorrere a un particolare apparato di note, o peggio a dover consultare continuamente Wikipedia.
Provo a spiegarmi meglio: litigando ormai da anni con Pynchon, ho comprato un testo di critica/interpretazione di questo autore, che mi ha aiutato certamente a capirne certe chiavi, che consistono però e sopratutto nel saper cogliere determinati riferimenti incrociati, interni ed esterni al testo - riferimenti peraltro di tutti i tipi: letterari, scientifici, di cultura pop, cartografia, storia e così via (non per niente si parla di romanzo enciclopedico o romanzo mondo).
Voglio dire: queste cose ci sono in ogni romanzo, ma in Pynchon talvolta (spesso) rischiano di prevalere così tanto sul puro piacere della lettura che il lettore (io) rischia a sua volta di perdersi e pensare: ecco, non fa per me.
Anche se poi pensi che forse non fa per te perché non lo leggi nella maniera giusta o abbastanza e allora dopo una prima lettura diciamo tra spontanea e "ragionata" sarebbe forse giusto ri- leggerlo una seconda volta in maniera SOLO spontanea e una terza in maniera SOLO ragionata. Ma non sempre c'è tempo e modo.
Quindi, come conciliare la voglia e la curiosità di buttarsi su Pynchon con un approccio diciamo "ragionato" e realistico e costruttivo?
Quindi, come conciliare la voglia e la curiosità di buttarsi su Pynchon con un approccio diciamo "ragionato" e realistico e costruttivo?
Non farò certo qui della critica sullo scrittore: proverò a dare indicazioni su COME e SE cominciare con Pynchon. Chi può, vada in libreria o scarichi l'estratto, si prenda tempo e legga le prime 5-10 pagine e magari dia una spulciata alle pagine centrali del romanzo che troverete o avrete identificato. Se le canzoncine vi irritano, se scoprite che in poche pagine vengono fuori 20 personaggi diversi dai nomi strani, se trovate lunghe spiegazioni scientifiche che vi fanno fumare la testa, allora lasciate perdere.
Se invece il tutto un po´vi spaventa, ma (come è capitato a me agli esordi) continua nonostante tutto ad affascinarvi e a incuriosirvi, allora forse potete provare a seguire qualche mio suggerimento.
1) NON INIZIEREI assolutamente dall´Arcobaleno della Gravità, ma procederei a dei test, ovvero facendo una prova con romanzi che sono al 100% pynchoniani ma meno intricati, lunghi, stratificati.
2) Valuterei ad esempio di iniziare da V, che è il suo esordio e, mettendola in maniera semplice e sicuramente un po' massimalista, una versione sintetica e forse più fresca dell´Arcobaleno. Insomma i temi e le ossessioni pynchoniane ci sono tutti, ma in forma un po´ più digeribile. Io ho iniziato da questo, mi era decisamente piaciuto, ed è anche stato il motivo per cui - a volte maledicendomi - ho "continuato".
3) Assolutamente non sottovaluterei L´incanto del Lotto 49. Alcuni si fanno ingannare dal fatto che il romanzo è breve, ma...è, come dicevo sopra, Pynchon al 100%. Pagine affascinanti e alcune intuizioni attualissime (l'avvento del web, per esempio - ma anche il solito andamento eccentrico, torme di personaggi, trama che si fatica a seguire e così via.
4) Forse.in Vineland (che se non altro è volutamente datato nel suo parlare di personaggi rigorosamente appartenenti alle generazione dei figli dei fiori) e in Vizio di Forma (che è stato venduto e presentato quasi come un Pynchon per tutti, facendomi sorridere alle possibili reazioni di chi lo avesse comprato attendendosi dell´intrattenimento) troviamo un autore più scanzonato e accessibile; per dire nel secondo c´è un personaggio principale un po´alla Grande Lebowsky e un minimo di trama e linguaggio "pynchonianamente" noir.
Forse inizierei da qui, magari dal secondo. Se vi piace, se vi convince molto, allora siete probabilmente pronti ad accostarvi agli altri.
Se invece il tutto un po´vi spaventa, ma (come è capitato a me agli esordi) continua nonostante tutto ad affascinarvi e a incuriosirvi, allora forse potete provare a seguire qualche mio suggerimento.
1) NON INIZIEREI assolutamente dall´Arcobaleno della Gravità, ma procederei a dei test, ovvero facendo una prova con romanzi che sono al 100% pynchoniani ma meno intricati, lunghi, stratificati.
2) Valuterei ad esempio di iniziare da V, che è il suo esordio e, mettendola in maniera semplice e sicuramente un po' massimalista, una versione sintetica e forse più fresca dell´Arcobaleno. Insomma i temi e le ossessioni pynchoniane ci sono tutti, ma in forma un po´ più digeribile. Io ho iniziato da questo, mi era decisamente piaciuto, ed è anche stato il motivo per cui - a volte maledicendomi - ho "continuato".
3) Assolutamente non sottovaluterei L´incanto del Lotto 49. Alcuni si fanno ingannare dal fatto che il romanzo è breve, ma...è, come dicevo sopra, Pynchon al 100%. Pagine affascinanti e alcune intuizioni attualissime (l'avvento del web, per esempio - ma anche il solito andamento eccentrico, torme di personaggi, trama che si fatica a seguire e così via.
4) Forse.in Vineland (che se non altro è volutamente datato nel suo parlare di personaggi rigorosamente appartenenti alle generazione dei figli dei fiori) e in Vizio di Forma (che è stato venduto e presentato quasi come un Pynchon per tutti, facendomi sorridere alle possibili reazioni di chi lo avesse comprato attendendosi dell´intrattenimento) troviamo un autore più scanzonato e accessibile; per dire nel secondo c´è un personaggio principale un po´alla Grande Lebowsky e un minimo di trama e linguaggio "pynchonianamente" noir.
Forse inizierei da qui, magari dal secondo. Se vi piace, se vi convince molto, allora siete probabilmente pronti ad accostarvi agli altri.
5) Per me la grande sorpresa è stata Mason e Dixon: un libro in cui fascino e complessità vanno di pari passo.
Devo dire che rispetto alle atmosfere hippy e post-68ine es. in Vineland e Vizio di Forma,
l´ambientazione "d´epoca" (siamo nel diciottesimo secolo) giova allo scrittore. Anche qui: la trama è labirintica, quasi inesistente, entropica, e poi miriadi di personaggi, canzoncine, fantasticherie, riferimenti a volte reali, a volte fallaci, tanto per far compulsare inutilmente Google. Come spesso capita, a volte ti senti quasi preso in giro, o Ubriacato dalle Finte di Corpo, lui vuole dimostrare di essere il più bravo, il più colto, il più inventivo, il più folle, qui ci si mette anche un linguaggio ricalcato sul romanzo dell´epoca, orologio diventa "Oriuolo"; strumento "Istromento"; i sostantivi sono maiuscoli, e cosi via, cosa che certamente è un´ulteriore sfida al lettore. Però è anche la grande storia di una missione e di un'amicizia virile, descritta col giusto senso di continuo stupore e diffusa malinconia, in questo, e appunto nella scelta linguistica, un libro forse atipico nella produzione dello scrittore. E, credo, decisamente per "iniziate".
Spero di essere stato utile a qualcuno che voglia avvicinarsi a questo autore - se proprio non lo riuscite a digerire e non volete rinunciare a un bel brivido di postmoderno, ripiegherei su De Lillo, Powers e/o Franzen. Ma questa è decisamente un´altra storia.Devo dire che rispetto alle atmosfere hippy e post-68ine es. in Vineland e Vizio di Forma,
l´ambientazione "d´epoca" (siamo nel diciottesimo secolo) giova allo scrittore. Anche qui: la trama è labirintica, quasi inesistente, entropica, e poi miriadi di personaggi, canzoncine, fantasticherie, riferimenti a volte reali, a volte fallaci, tanto per far compulsare inutilmente Google. Come spesso capita, a volte ti senti quasi preso in giro, o Ubriacato dalle Finte di Corpo, lui vuole dimostrare di essere il più bravo, il più colto, il più inventivo, il più folle, qui ci si mette anche un linguaggio ricalcato sul romanzo dell´epoca, orologio diventa "Oriuolo"; strumento "Istromento"; i sostantivi sono maiuscoli, e cosi via, cosa che certamente è un´ulteriore sfida al lettore. Però è anche la grande storia di una missione e di un'amicizia virile, descritta col giusto senso di continuo stupore e diffusa malinconia, in questo, e appunto nella scelta linguistica, un libro forse atipico nella produzione dello scrittore. E, credo, decisamente per "iniziate".
io sarei ben curiosa di sapere su quale testo di accompagnamento e interpretazione possa appoggiarmi. Sto rileggendo il Lotto, ma sono sicura che non avrà molto di più da dirmi se non quello che già la prima volta mi ha detto.
RispondiEliminagrazie del tuo commento. c´é un saggio, si chiama "La disoluzione onesta", é una raccolta di saggi, per dirla piú precisamente su varie opere di Pynchon. non é forse la soluzione definitiva, ma aiuta.
RispondiEliminaMi stupirei piuttosto se esistesse una soluzione definitiva a Pynchon... grazie per il consiglio è per l'utile articolo, servito se non altro a non farmi sentire troppo sola in un mare in cui Pynchon è osannato come genio indiscusso, mentre anche io continuo costantemente a litigarci.
EliminaHo sedici anni e ho appena finito di leggere vizio di forma la prima volta facevo fatica a seguirlo e dopo 200 pagine l'ho abbandonato per 4 mesi, dopo un po' l'ho ripreso e mi sono letteralmente innamorato della storia e dei personaggi, cosa mi consigliate come secondo di questo autore?
Eliminavisto che ti è piaciuto Vizio di forma direi che uno dalle atmosfere simili potrebbe essere Vineland. Altrimenti l'ultimo La cresta dell'onda
EliminaAnche l'incanto del lotto 49 mi sembra molto affascinante, le atmosfere sono simili al noir?
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