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LIBRI E RECENSIONI. PAOLO ZARDI - TUTTO MALE FINCHÉ DURA

IL VELOCIPEDE DEI SENTIMENTI



Chi segue Recensireilmondo sa che Paolo Zardi sta tra i miei scrittori italiani preferiti; dopo le ottime prove di XXI Secolo e de La passione secondo Matteo, entrambi per Neo, Zardi è passato alla major Feltrinelli con questo Tutto male finché dura, che da una parte mi ricollega con lo scrittore che conosco, dall´altra presenta alcune caratteristiche di rottura, distintive rispetto alle opere 

Zardi è sostanzialmente scrittore di nostalgie, famiglie disgregate, individui persi o in minore ma in qualche modo non ancora del tutto rassegnati, di città in via di disgregazione, di figure femminili terribilmente vitali e spesso prosperose, di figli da guardare un poco di sbieco, quasi increduli della propria genitorialità.

Queste cose le troviamo anche nelle pieghe di questo romanzo, dove un protagonista particolarmente minore cerca di sbarcare il lunario vivendo di bassi espedienti, di deviare una serie di sfortunate circostanze  (tra cui due emissari di uno strozzino a cui deve settantamila euro), riallacciando nel frattempo - parrebbe per mera e bassa convenienza - i rapporti con la moglie Marta e le due figlie Elisa e Lucia.
Il tutto in una Milano spezzata in due (il titolo di lavorazione del libro è stato Le città divise) dalle diseguaglianze economiche e in sostanza dalla ricerca costante del benessere, laddove il presupposto pare suggerire che esso sia destinato a crescere per chi già ne gode, e a non esserci mai per la generazione-Discount che lo ha costantemente agognato da lontano.

La differenza rispetto alle opere precedenti sta nel ritmo: all´andamento spesso riflessivo dei precedenti romanzi di Zardi si sostituisce qui tanta azione, una trama ad accumulo distribuita in capitoli mai troppo lunghi, che non teme l´insensato e l´assurdo, che contempla e include commedia all´Italiana, una buona dose di porno (o meglio, di riflessione sullo stesso nel nostro mondo dove se ne dispone in abbondanza), scene altamente comiche, istantanee sui tempi correnti, frequenti liste e catalogazioni (i rifiuti urbani, le abitudini, i commerci)
Potrei dire che il personaggio principale potrebbe essere una versione italica del suo corrispondente Houllebecq-iano, o che si sentono forti influenze anglosassoni come Amis, o Coe, ma sarebbe riduttivo visto che questo è un nuovo romanzo di Zardi, con le sue peculiarità, la sua voce, quel senso diffuso di nostalgia e nichilismo (qui più presente rispetto ai libri che nominavo sopra) e appunto una forte riconoscibilità, in questo caso declinata nella maggiore attenzione per la velocità e il rilancio continuo dell´azione,e  non a caso in esergo compare una frase di Dickens.

Non voglio fare grandi gerarchie tra questi tre romanzi: XXI Secolo distopico e abbastanza ancorato ad alcuni modelli, seppur già personale, La passione secondo Matteo struggente e maturo e questo Tutto male finché dura frutto di un autore consapevole e appassionato, che sa prendere i propri temi preferiti (e magari le proprie predisposizioni, a loro volta conseguenza di sentimenti) e metterli su pagina in maniera allo stesso tempo divertente, struggente, dinamica  e spesso illuminante.

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Informazioni sul libro
Paolo Zardi - Tutto male finché dura
Ed. Feltrinelli 2018
176 pg.
Attualmente in commercio
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