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THE SUNDAY CONVERSATION. FEAT: EQUIVOCI, JESUS MONCADA, FOLLETT, MALAMUD

LA RUBRICA PIGRA E REDIVIVA


Recensireilmondo



Prima di continuare con le cronache da Pordenone, ormai quasi terminate, ci voleva un ritorno della Sunday Conversation (cantarsela e suonarsela).

Come sapete (?) mi baso molto su quanto leggo sui vari supplementi culturali dei quotidiani.

Oggi mi sono soffermato su un articolo del Corrierelettura, sul libro "Il corpo non dimentica" della giornalista e scrittrice Violetta Bellocchio.
É un memoriale drammatico dei suoi anni di alcolismo.
Nell´articolo si sottolinea il contrasto tra la drammaticitá del tema e la prosa volutamente fresca, movimentata e brillante.
Attenzione: qui arriva il mio "MA".
MA si sottolinea che questo tipo di prosa dove l´autrice sollecita l´attenzione del lettore/ascoltatore (es. "volete sapere come funziona?" "allora sentite" "probabilmente vi faccio schifo") sarebbe la scrittura da Blogger o una tecnica da blogger applicate in un libro.

GRANDE BAGGIANATA, SECONDO ME

Questo tipo di atteggiamento attivo dell´autore che sollecita il lettore risale ad anni decisamente pre-Blogger, a me viene in mente il romanzo picaresco inglese alla Fielding, in tempi piú recenti Salinger, e di questa tecnica ha fatto un utilizzo intelligente ad esempio Brizzi nel Jack Frusciante.
Inoltre, credo che il recensore (Daniele Giglioli) confonda i Social Media, dove effettivamente puó esserci un atteggiamento attivo di ricerca dell´ascolto, di sollecitazione agli altri naviganti, con i Blog, che invece sono luoghi vari ma che non necessariamente sono caratterizzati da quel tipo di scrittura, anzi a volte sono austeri e si contraddistinguono per il tentativo di specializzazione, quasi critico, sia che si parli di fiori, che di cucina, che di fotografia o di libri.

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Oggi sono vagamente polemico con i giornalisti del Corriere.

Anche se non so se dovrei, perché mi hanno fatto mettere in lista il romanzo "Il testamento dei fiumi" dello spagnolo Jesus Moncada, cantore di una Spagna (anzi di una parte di Spagna geograficamente ben delimitata, alla confluenza dei fiumi Segre ed Ebro) che sta per essere "spazzata via" (anche fisicamente) dalla modernitá, dal progresso. Per il piccolo editore Gran Via, Operazione mi pare meritoria e molto interessante.
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Nelle classifiche stradomina Follett con effetto ottico impressionante. Il 100 che é il punteggio massimo di riferimento assegnato nei quotidiani al libro che ha venduto di piú corrisponde a 35.000 copie, un´enormitá.
Siccome gli altri libri vengono "parametrati" in confronto al primo, capita che romanzi che stanno vendendo bene tipo il nuovo De Carlo, oppure il nuovo Costantini, o ancora Fontana post-Campiello o il "long seller" Piccolo si trovino con punteggi tra 3 e 8 se ci troviamo su Tuttolibri della Stampa o tra 4 e 2 per il Corriere.
Il ché peró significa che ad esempio Fontana con 8 é vicino alle 3.000 copie, Costantini e De Carlo appena dietro, numeri non male per Fontana (che dovrebbe essere vicino alle 10.000 complessive) e Costantini (che é in classifica da due settimane e dovrebbe essere attorno alle 5-6.000 copie). Non so dire se De Carlo normalmente venda di piú, teoricamente per lui 3.000 copie nella settimana di uscita mi sembrano poche.
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Segnalo infine sul Sole24Ore un bell´articolo su Malamud, in occasione dell´uscita del Meridiano Mondadori che ne raccoglie l´Opera Omnia dal 1952 al 1966 (é il primo volume).
Fa venir voglia di leggerlo e approfondirlo, in particolare L´uomo di Kiev che per il tema ben radicato in un preciso momento politico-storico mi era in prima battuta sembrato un po´lontano dalla mia/nostra sensibilitá e invece appare centrale nella produzione dello scrittore ebreo-americano (insomma, se volete sapere perché leggete l´articolo che é molto di piú di quanto io possa riassumere qui).




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