Passa ai contenuti principali

LIBRI E RECENSIONI. STEWART O' NAN - DI LÀ DAL TRAMONTO

DECOSTRUCTING FRANCIS SCOTT



Per il mio rapporto (da lettore, ovviamente) con Francis Scott Fitzgerald, la mia fascinazione per la sua letteratura che si faceva vita e la sua vita che si faceva letteratura - mi scuserete il marzullismo - era davvero improbabile che mi lasciassi sfuggire questo Di là dal tramonto dello scrittore americano Stewart O'Nan, una biografia romanzata del Fitzgerald degli ultimi tre anni, dopo il "Crack-up", lo scrittore ormai disilluso (ma non arreso) che provò la strada di Hollywood e della sobrietà, ambedue le cose con successi parziali e tragiche cadute.

La materia prima è insomma importante e promettente, ma bisogna saperla trattare, e O' Nan lo fa bene, muovendosi sulle tre direttrici della documentazione, dell'empatia e della mimesi. Per quanto concerne la prima caratteristica, le ambientazioni del romanzo, la selezione di episodi dalla vita dello scrittore, sono scelte e risolte con precisione filologica e senza sbavature, inclusa una quantità straordinaria di "attori non protagonisti" da Hemingway a Max Perkins fino a Humphrey Bogart, a Mankiewicz a Budd Schulberg e tanti altri, in un "cameo dropping" addirittura frastornante (ma era inevitabile, quello era il clima, quello era l'ambiente). Alla voce empatia, Fitzgerald viene descritto come ce lo aspettiamo, un fragile, un romantico, innamorato di una vita in gran parte immaginata o comunque non sostenibile se agita, sostanzialmente una vittima, in primis di se stesso, un ritratto affettuoso che investe anche gran parte degli altri personaggi principali, Zelda, la figlia Scottie, l'amante Sheilah Graham. Stilisticamente O'Nan pratica una ragionevole mimesi - vedi sopra - dello stile Fizgeraldiano, suggestivo ed estatico, ma si ferma dove sa di non potere arrivare, non rinuncia all'immagine lirica ma non si rende stucchevole pur rimanendo fedele all'universo stilistico dello scrittore.

Il libro è insomma molto riuscito, permeato da un'atmosfera che si muove tra i due estremi (contrapposti) di vitalismo/vitalità (è un Fitzgerald non arreso, che spera di mettere mano a quello che dovrebbe essere il suo capolavoro, quello che diventerà il grande romanzo incompleto The last tycoon) e decadenza (per ovvi motivi) e che comprende una bellissima storia d'amore e molte scene madri altamente godibili. Non viene chiarito il vero motivo per cui lo scrittore fu sostanzialmente rifiutato da Hollywood, la vulgata vuole che fosse troppo artista e troppo poco artigiano, troppo poco adattabile a quel lavoro sostanzialmente di fatica, di bottega, che i produttori volevano dalle proprie batterie di sceneggiatori. Non definirei comunque questa "lacuna" un difetto, semplicemente il fan fitzgeraldiano, come sono io, vorrebbe di più, più insights, più spiegazioni, più episodi.

Come avrete capito, il libro è molto riuscito, secondo me imperdibile per i cultori dello scrittore e in generale della grande letteratura americana, pur essendo un lavoro molto ben documentato dal punto di vista biografico, non rinuncia mai alla sua natura di romanzo e alla creazione di un'atmosfera, di un mondo, di uno spirito dei tempi e dei luoghi. Mi sento di consigliarlo, e - vista la coincidenza di tempi non credo casuale - magari di abbinarlo a L'amore dell'ultimo milionario (The Last Tycoon) pubblicato in questi giorni sempre da Minimum Fax nella migliore traduzione ed edizione secondo me disponibile.

---------------------------------------------------

Informazioni sul libro
Stewart O'Nan - Di là dal tramonto
Traduzione di Dante Impieri
Ed. Minimum Fax 2022
400 pag.
Attualmente in commercio 

----------------------------------------------------- 

Commenti