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LIBRI E RECENSIONI. EMANUELA COCCO - TU CHE ERI OGNI RAGAZZA

ROMANZO (POCO) URBANO

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Tu che eri ogni ragazza è l´esordio romanzesco di Emanuela Cocco, finora drammaturga e autrice di alcuni racconti pubblicati in riviste letterarie online.
Per immergermi nella lettura ho dovuto superare qualche difficoltá, o forse pregiudizio, iniziali, dove un tono che mi pareva troppo screams from the gutter mi aveva fatto pensare alla solita operazione di esplorazione delle viscere urbane, con il contorno di miserie, mini-apocalisse e deiezioni che spesso ne conseguono.

In realtà qui le miserie non mancano, ma il romanzo, nelle sue brevi dimensioni, è strutturalmente composito e impreziosito da una lingua versatile e plastica che sa adattarsi alle diverse sezioni e dimensioni di cui consiste questo libro stradaiolo, e questo lo rende differente da qualsiasi cliché pregiudiziale che il lettore possa - a torto o a ragione - aspettarsi.

La trama si lascia riassumere in poche righe: una ragazza problematica, soprannominata Jungla, scappa di casa, alla sua ricerca una operatrice sociale di nome Duca. In parallelo, un padre a cui è stata uccisa la figlia si aggira disperato a Stazione Termini, elargendo elemosine a persone disperate quanto lui (ma più povere) e conquistandosi il soprannome di Gesú.

Attorno a questo bargiglio d´azione, Cocco inscena il dramma dei miseri, dell´urbanizzazione che non perdona e della naturale convergenza tra disperazione maggiore (gli emarginati, i drogati, i questuanti) e disperazione minore (una piccola borghesia che si impoverisce e si trasforma in proletariato che a sua volta veleggia verso la miseria sopra nominata), in una dinamica dentro/fuori (dentro la stazione, fuori dalla stazione, nella città, dentro l´indigenza economica vera, poco fuori tale indigenza) esplicitamente tematizzata nelle pagine del romanzo.

Se tanti bassifondi e abiezione potrebbero imprimere al libro una direzione fin troppo cupa, interviene la struttura composita di cui parlavo a intraprendere altre strade e dare respiro alla struttura, intanto un´ottima mimesi linguistica - anche ironica - dove si riporta il gergo diciamo dei burini, delle periferie romane (senza infierire, quindi con una intrinseca forma di solidarietà non disprezzante nei confronti dei personaggi), poi le sezioni in cui vediamo la storia in fieri, e le sue svolte possibili e non realizzate, in particolare dove due personaggi nominati semplicemente A e B dialogano come in un abbozzo di reality televisivo sulle infinite possibilità consentite dal ritratto in diretta della povertà, del disagio economico e morale, del crimine immotivato.

Grazie o a causa di questi intarsi, che a un certo punto si fanno prevalenti, il romanzo diventa (è) notevolmente frammentario e digressivo, cosa che come lettore trovo particolarmente apprezzabile, e potrebbe spiazzare chi si aspetti trame e andamenti più lineari. Su un altro livello, psicologie e motivazioni dei personaggi principali vengono ben approfondite, facendo sospettare un solido talento romanzesco, tanto che forse se ne vorrebbe di più, insomma si pretenderebbe (ammesso che si possa) che essi, i personaggi, ci accompagnassero fino alla fine, fino a uno scioglimento forse più realistico e meno onirico, mentre mi è rimasta l´impressione che a un certo punto siano stati un po´dimenticati per strada, o forse dati per scontati, resi pre-esistenti, quindi secondari rispetto alla pur ingegnosa struttura. Si tratta d´altra parte di un esordio, che fa segnare per la scrittrice una serie di talenti e capacità, a volte credo che in un esordio si abbia voglia di sfruttarli tutti e di dire tanto, troppo, e
nell´economia del libro, nella riuscita complessiva, sono cose ampiamente scusabili.

In ultima analisi questo libro è allo stesso tempo un insight a tratti formidabile nelle esistenze sub-urbane della nostra capitale (e non dico la frase scontata: ma potrebbe essere qualsiasi città! Perché non è così, la romanità mi pare sia elemento essenziale del romanzo) e riflessione sulle strutture della narrazione stessa, il tutto in maniera non pesante e non eccessivamente teorizzante, e con alcune scene che restano in memoria (ad esempio il primo impatto di Jungla con gli amici di Lady Haze, tra video agghiaccianti su Youtube, studiarsi senza abbassare lo sguardo borgataro, e vita di tutti i giorni screziata di povertà). Per adesso, mi pare tanto, con fin troppo ovvia la curiosità di assistere ai prossimi sviluppi.



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Informazioni sul libro

Emanuela Cocco - Tu che eri ogni ragazza
Ed.Wojtek 2018
160 pg.
Attualmente in commercio

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