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LIBRI E RECENSIONI. MARCO MISSIROLI - FEDELTÀ

IL PICCOLO/MEDIO ROMANZO MILANESE


Nel parlare di Fedeltà, nuovo libro di Marco Missiroli, va credo intanto rivelata una difficoltá: quella di parlarne come un normale romanzo, in una discussione, in un buzz continuo che invece lo identifica come IL nuovo ROMANZO di MISSIROLI, con tutto il suo portato di polemiche editoriali, Strega virtualmente già assegnati (ma sarà poi vero?), successo commerciale, gossip su editor Einaudi affranti e così via.
Missiroli stesso, va detto, ci aveva messo del suo, perché il precedente Atti osceni in luogo privato, pur assolutamente non sgradevole, era libro davvero furbetto, un bigino roth-iano, il sesso, Parigi, Milano, tutti cornuti e felici, le letture giuste, pareva studiato in laboratorio, copertina compresa, per titillare gusti trasversali anche se non necessariamente faciloni.

In Fedeltà troviamo Milano (ma non Parigi), buone letture, come il titolo rivela una buona dose di cornuti (non infelici) per cui uno direbbe: tutto di nuovo da laboratorio? Tutto male?
Direi di no, perché mi pare che a questo libro sia sottesa una vena più autentica e sentita, forse geografica (si vede che Missiroli tiene ai suoi luoghi, a Milano, descritta con partecipazione e arguzia, e Rimini, il luogo di origine, elevata in una visione romantica) e una maggiore compattezza, più stile, più concentrazione sull´obiettivo.

La trama è piuttosto semplice e geometrica, al centro la coppia formata da Carlo e Margherita, sposati con alterne soddisfazioni, e poi gli antagonisti/le tentazioni, per lui la studentessa Sofia, per lei il fisioterapista Andrea, nel background ma non troppo si muove un universo familiare di genitori ritratti con grande affetto, di terze generazioni - i figli - e solo le abitudini diciamo trasgressive di Andrea portano nel libro una screziatura di alterità e vero dolore (anche fisici).

Se insomma l´universo di Missiroli si mantiene tutto sommato rassicurante, borghese, pacato (ma per parlare di un grande scrittore milanese, anche Pontiggia era borghese e pacato, certo non troppo rassicurante, questo ovviamente fa la differenza), non si trova comunque niente di male o di mostruoso o disastroso a immergersi in questa storia minima milanese, dove come dicevo le ambientazioni sono ben curate e i personaggi sbozzati con capacità, Si potrebbe rimproverare allo scrittore milanese di presentarci storie troppo addomesticate, ma quello del romanzo di interni borghese non è un genere nato con lui, e ha in Italia tradizione e anche una certa nobilita, pensiamo a Cassola su tutti, e si potrebbe d´altra parte obiettare che è la vita stessa delle classi medio-piccolo-borghesi a essere addomesticata, a presentare poche variazioni sul tema e ad adattarsi a essere descritta in maniera empatica e lineare, come fa qui l´autore.

Non si spacci insomma questo libro come un capolavoro, ma è una lettura semplice, scorrevole e franca, tecnicamente ben elaborata, con alcuni sprazzi aforistici e descrittivi che denotano buona mano da scrittore, ovviamente non conta molto discutere sulla congruità del successo commerciale, ma non dubito che vi siano lettori e lettrici realmente appassionati dello stile-Missiroli, né sull´aprioristica assegnazione dello Strega (va da sé che vi sarebbero romanzi più meritevoli, ma conosciamo anche le logiche del Premio) perché sono cose destinate a spegnersi in un cicaleccio social e non indistinguibile. Nel frattempo Missiroli si candida, insieme al più bravo Giorgio Fontana, come discreto epigono di una certa De-Carlitá del romanzo, qualcosa che per riconoscibilità, impeto sentimentale, intrinseca leggibilità, credo che avrà sempre la forza di attirare i lettori e qua e là sedurre la critica. Per chi si accontenta e vuol passare tre ore gradevoli senza troppi complessi di colpa, può andar bene, tutto sommato.

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Informazioni sul libro

Marco Missiroli - Fedeltà 
Ed.Einaudi 2019
230 pg.
Attualmente in commercio

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