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LIBRI E RECENSIONI. JONATHAN COE - MIDDLE ENGLAND

JONATHAN COE E LA SUA BREXIT

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Middle England di Jonathan Coe oltre che essere la sua personale "take" sulla Brexit, è anche il suo migliore romanzo da Circolo chiuso, di cui in sostanza è il seguito, e ovviamente uno dei romanzi più fuori moda del momento.
In effetti, in epoca di auto-fiction e scritture apocalittiche, Coe rimane fedele alla sua formula: commedia sociale, satira, montaggio parallelo. Ed è la cosa che gli riesce meglio e a cui infatti torna a intervalli regolari.
La banda dei brocchi era il romanzo degli anni settanta e dell´affacciarsi del tatcherismo, ne La famiglia Winshaw vedevamo quest´ultimo allo zenith del suo splendore, in Circolo chiuso eravamo negli anni ´90 e agli inizi delle fortune politiche di Blair, Numero 11 vedeva il 2000 e gli anni del traumatico intervento in Iraq, ma mai come in questo ultimo Middle England Coe è andato tanto in diretta, parlando di eventi che sicuramente diventeranno storia, ma che sono ancora cronaca, in parte bruciante:

Lo ha fatto riprendendo appunto i personaggi del mini-ciclo dei brocchi, a partire dall´inconcludente e romantico Benjamin Trotter, architrave ideale di una vicenda che attraverso le vite comuni dei suoi protagonisti (e dei suoi comprimari, e caratteristi) si propone di descrivere un trancio di vita inglese nelle imminenze dell´evento.

Coe è ormai un virtuoso del genere: psicologie ben tratteggiate specie nei personaggi principali, romanticismo, musica, bel piglio nei dialoghi, grandi scene comiche e poi lei, il fattore di rischio, la politica.
L´autore è un progressista, probabilmente di simpatie laburiste, per cui il pericolo era di mettere in piedi un romanzo a tesi, un´invettiva contro la Brexit e la grettezza di chi la ha promossa e votata. In realtà Coe, pur ricorrendo come sempre ad alcuni personaggi significativi, ovvero che gli servono a descrivere altrettante tendenze della società inglese (ad esempio Helene e il razzismo strisciante, Coriander e il prevalere della scuola del risentimento), descrive più che teorizzare, evita di prendere posizione troppo esplicitamente e in sostanza rispetta un certo equilibrio nel distribuire ragioni e torti. Posto che ovviamente, secondo lui e anche secondo chi scrive qui, la Brexit è stato un abbaglio sciagurato, andando ben oltre tutte le peggiori intenzioni anche dei suoi promotori più convinti, che infatti di norma non sono più attivi politicamente o comunque non sul proscenio, avendo lasciato la patata bollente alla povera (?) Theresa May.

Come detto in premessa, non ci si aspettino innovazioni particolari, Coe in pratica ha raggiunto il successo di pubblico e critica con uno dei primi romanzi (La famiglia Winshaw) il che è un onore, un successo, ma anche un fardello, e in effetti è rimasto fedele al suo metodo, e posso azzardare che ai suoi fan piaccia così.
Qui lo troviamo in ottima forma, con personaggi a cui affezionarsi (per analogia o per contrasto) istantaneamente, un reale amore, anche squisitamente topografico (luoghi, campagne, città, architettura ex-industriale) per il proprio paese e una lettura semplice quanto acuta di fenomeni recenti, sotto i nostri occhi, come populismo, globalizzazioni, gentrificazione.

E conoscendolo, e sapendo che ancora la storia non è finita, la Brexit non compiuta, credo che ne vedremo altre. Credo che ne vedremo delle belle, letterariamente parlando.

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Jonathan Coe - Middle England
Ed. Feltrinelli 2018
Traduzione di Maria Giulia Castagnone
398 pg.
Attualmente in commercio   
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Ps: un plauso a Feltrinelli per la copertina dell´edizione italiana, molto più bella rispetto all´originale UK.

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