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LIBRI E RECENSIONI. JANE ALISON - MEGLIO SOLE CHE NUVOLE

MI AMI MIAMI

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Meglio sole che nuvole (titolo originale Nine Islands) della scrittrice australiana naturalizzata statunitense Jane Alison è quello che si definirebbe un romanzo moderno, perché prima o poi andranno superate categorie troppo parcellizzate come memoir, o auto-fiction.
In effetti qui troviamo una scrittrice che parla di sé e di un proprio trancio di vita in prima persona, andamenti saggistici e digressioni, struttura a capitoletti e frammenti, una modalità quasi diaristica, da Fame di realtà, che appunto in qualche modo delinea (il) o appartiene (al) presente del romanzo, cercando di sottrarlo (una battaglia impari e ovviamente persa in partenza) al predominio del plot e dei nomi inventati.

Chiaramente un libro frammentario, diaristico, saggistico, che ha come sottotitolo "leggere Ovidio a Miami" (riferimento furbetto alla Nafisi) aveva poche possibilità di non piacermi. Si tratta di una lettura divagante, lieve e spesso rivelatoria: troviamo l´autrice a Miami, non molto lontano dai sessanta, una donna ancora piacente, laddove questo aggettivo fa sentire tutto il proprio peso, momentaneamente priva di uomini, e la sentiamo riflettere su questa sua condizione sospesa, un´età compatibile con il rinunciare al sesso e un corpo e una mente ancora esigenti, la vediamo girare per una Miami a tinte confetto o favolistica, allucinata ed edonistica, nello scenario del condominio (un grattacielo, in realtà) "Nove isole", quello che con fin troppo facile ribaltamento potremmo chiamare, contraddicendo finalmente Augé, un "iperluogo", con i suoi terrazzi-alveari di lusso, la piscina a clessidra, l´ambientazione kitsch-simil-veneziano.
La leggiamo trasporre Ovidio per un progetto editoriale, ovvero prenderne le metamorfosi e alterarle, farle diventare storie attuali di rapporti, spesso di dominio o soggezione, tra uomo e donna.

La penna leggera e allo stesso tempo evocativa e immaginifica della Alison, la sua sempre presente autoironia, una sana poesia della natura (a sua volta alterata) e delle piccole rivelazioni tengono sotto stretto controllo tutta questa materia che potrebbe essere altrimenti vissuta come pretenziosa o artificiosa. Il libro, in effetti, non invera alla fine alcuna tesi, pur parlando di uomini non si lascia associare a recriminazioni su lotta tra i sessi o di tardofemminismo e pur ricordando una Didion più ironica negli aspetti maggiormente cronachistico-saggistici non si propone di trasmettere tramite l´immagine di questa Miami brulicante edonismo, distaccata e pittorica (iperrealistica) un´idea degli odierni Stati Uniti. In questo sta la sua qualità: il personaggio della Alison nel libro, e ricordiamoci che parliamo di un romanzo, è empatico e poco pretenzioso, questo si trasmette felicemente nelle pagine, per un´opera che irriterà tantissimo chi cerca dalla fiction e dai suoi dintorni tinte forti, personaggi iconici e trame ad orologeria, deliziando i fan (ormai tardivi) della auto-fiction e rimanendo molto gradevole per chi - come me - cerca di mantenersi equilibrato rispetto alle due istanze, senza però assolutamente dimenticare le proprie predilezioni. La Alison, insomma, mi sta decisamente simpatica.

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Jane Alison - Meglio sole che nuvole
Traduzione di Laura Noulian
Ed. NN 2018
268 pg.
Attualmente in commercio 
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