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LIBRI E RECENSIONI. SALVADOR ELIZONDO - FARABEUF

NON HO CAPITO - PRIMA PARTE


Credo che sperimentare, o ripubblicare romanzi sperimentali non sia un delitto, ma questo Farabeuf, dello scrittore messicano Salvator Elizondo, mi ha spinto a domandarmi se dovesse essere, se questo testo, pur fascinoso qua e là, meritasse di tornare in libreria, nelle nostre, o di guadagnarsi una particolare attenzione.

Siamo nei territori del realismo magico, direi, o del magicismo realista, ho sentito nominare Joyce e alcuni nomi eccellenti della letteratura latino-americana, come Cortazar e Rullo.
Quello che ho trovato è una fantasia che prende le mosse dalla storia del medico-chirurgo francese, realmente esistito, Louis Hubert Farabeuf. Dal suo interesse per l´arte dell´amputazione nasce appunto una narrazione libera che confonde personaggi e piani temporali: Pechino all´inzio del novecento e una cerimonia di Lingchi (una pratica di tortura ed esecuzione che consisteva in un lento ferimento e smembramento del condannato) alla quale Farabeuf avrebbe assistito, la solita, risaputa, politica del ricordo, due donne, una delle quali infermiera, i cui confini si confondono, un appartamento a Parigi, una passeggiata sulla spiaggia, i paralleli tra smembramento ed erotismo, tutti temi e suggestioni potenzialmente interessanti, ma che secondo me non vengono nobilitati da una lingua sufficientemente visionaria.
Mi spiego meglio: dove manca (quasi) completamente la trama, è il linguaggio che deve elevarsi o abbassarsi o chiamare ambienti, sensualità, attorcigliare o farsi lucido o delirante, questo succede però troppo poco, è come un romanzo sperimentale o joyciano vissuto con un linguaggio che mai sa andare oltre a dei propri troppo ragionevoli limiti, dalle parti del realismo appena accelerato dalla scrittura automatica e dalla volontà di non conformarsi alle convenzioni del romanzo lineare, e che trova momenti di eccellenza solo nella descrizione minuziosa e ispirata di quelle tecniche al quale lo scrittore (e il medico) sembrano tenere veramente, ovvero a racconto, peraltro mai morboso, delle torture sopra evidenziate.

In generale credo che non tutti i (presunti) classici minori dimenticati, siano destinati a diventare classici minori indimenticati, per quanto riguarda il mio gusto questo Farabeuf avrebbe potuto benissimo continuare a riposare in un decoroso oblio.

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Salvador Elizondo - Farabeuf
Traduzione di Giulia Zavagna
Ed. LiberAria 2018
138 pg.
Attualmente in commercio 
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