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MUSICA. DREAM SYNDICATE - HOW DID I FIND MYSELF HERE.

VINO, ROSE, FANTASMI, MEDICINA

How did i find myself here



Per fan di: Dream Syndicate

Altri riferimenti: Dream Syndicate

E insomma, succede ancora, che un LP ti scaldi il cuore. Credo che nessuno desse per scontato o anche solo pensabile un ritorno dei Dream Syndicate, invece eccoli qui, chiaramente c´è chi pensa che i veri Syndicate non possano esistere senza Precoda, ma insomma qui abbiamo Dennis Duck, Mark Walton e quindi avranno il diritto a chiamarsi così, anche senza Precoda, anche senza la Smith. Alla chitarra troviamo poi Jason Victor, collaboratore di Wynn in alcuni progetti.  E soprattutto - ne parleremo subito - il tutto suona come un disco dei Syndicate.

Filter me through you
Canzone che inizia con piglio pop-acido e sembra quindi partire da certi episodi maggiormente melodici di Ghost Stories, l´andamento é gradevolmente caraccolante, la struttura piuttosto semplice e lineare (adatta quindi a un ritorno, e forse anche a una prima canzone di un LP del gruppo), la chitarra si limita a qualche svisata centrale, la voce (cosa che tornerá altrove in questo disco) pare filtrata o trattata. Un inizio di buona presa, un orgoglioso come-back.

Glide
Inizia con una melodia alla chitarra quasi solare, seppur ieraticamente psichedelica, entrata la voce sulla ripetizione del tema iniziale ci rendiamo conto come anche qui prevalga la melodia (non vorrei bestemmiare, ma mi sono venute in mente alcune cose di Tom Petty), nell´andamento e in alcuni passaggi sembra una canzone gemella della bella I have faith (da Ghost stories), il basso e la chitarra si muovono però motorik, come se i Dream Syndicate vogliano mostrare di aver loro insegnato il mestiere (poi estremizzato dai vari gruppi che fanno quel tipo di musica) e di saperlo fare meglio. Prima coda strumentale lunghetta (un minuto e mezzo su sei e ventidue di brano) e secondo pezzo azzeccato.

Out of my head
Qui siamo più dalle parti del vino e delle rose e dello spettacolo medicinale, insomma sale la porzione di acidità, la melodicità è meno spiccata, alla chitarra sembra davvero di sentire Precoda, la voce di Wynn svaria, ripete, viene doppiata e chissà cosa si deve togliere dalla mente. Il finale è acidissimo e sferragliante, come da programma, insomma ce ne è per tutti.

80 West
Sarà eretico ma il riffone iniziale di basso + chitarra, bello dondolante, mi ha ricordato certe cose street-metal (L.A. Guns, Faster Pussycat), d´altra parte parliamo sempre di figli del punk, Wynn canta e viene accompagnato quasi solo dalla sezione ritmica, i temi si fanno quasi rock-boogie, poi si scatena una chitarra "ascendente"; il ritornello è urlato ma non privo di presa melodica.

Like Mary
Si parte soffusi e con metodo acustico su ritmi motorik, Wynn sembra Lou Reed su chitarre slide e distacco quasi pavementiano, la canzone oserei definirla melodica e quasi jingle jangle con istanti psyc, rilassata ma con minacce lisergiche e trip di chitarra e armonica, anche senza capire il testo (intendo: se uno non ci si concentra) si capisce come Wynn stia facendo da storyteller, questa e la precedente mostrano un qualche spostamento, qualche inclusione da parte della ricetta dei Syndicate, tutto azzeccato, peraltro.

The circle
Uptempo piuttosto deciso e con chitarre e ritmica quasi hard-rock, la voce è insinuante ma decisa, anche qui lievemente trattata, come da titolo le melodie si avvolgono circolari, gli assoli sono in stile, il pezzo più hard del lotto, e con una coda nuovamente strumentale-sferragliante.

How did i find myself here
Prima canzone pubblicata come singolo, e in effetti fa da manifesto, questa volta è l´incipit a essere strumentale, circa cinque minuti di basso-tastiere (se ne occupa Chris Cacavas, ma sembra di sentire Manzarek)-chitarra, curiosamente mi ha ricordato di quanto gli Stone Roses dopo una lunga assenza si presentarono con l´inizio strumentale di Love spreads (ma è suggestione narrativa, più che musicale) quando entra Wynn il ritmo è quasi funkeggiante, prima che la melodia si drammatizzi, tra cambi di ritmo e prima ancora che si ritorni allo strumentale psyc-fascinoso, un tour de force indubbiamente syndicatiano e coinvolgente.

Kendra´s dream
La Kendra del titolo va bene, sapete chi è, e qui canta anche doppiando Wynn, nella canzone più acida e psichedelica del lotto, l´andamento è nuovamente motorik, ma con maggiore creazione di atmosfere ariosamente romantico-drogate, ritmico-lisergiche, altra canzone chiave, altro manifesto finale (questo è quello che sappiamo fare, questo è quello che abbiamo imparato, di questo non abbiamo paura) e da riascoltare un paio di volte per apprezzarla appieno.

Voto (max. 5 stelle)




 




Punti di forza: è un disco dei Dream Syndicate, un disco che si limita a sette canzoni, nella tendenza odierna al massimalismo, è un disco ispirato e di una band che ha voglia.

Punti di debolezza: verrà confrontato con capolavori come quelli che hanno prodotto, non facile venirne fuori senza che si dica "eh , però The days of wine and roses"

Canzone da cui partire per farsi un´idea: How did i find myself here

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