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LIBRI E RECENSIONI. JOOST DE VRIES - LA REPUBBLICA

LE ELITE INTELLETTUALI




È un peccato che dopo l´acquisizione da parte di Giunti e la diaspora di autori (prevalentemente verso La Nave di Teseo) a essa conseguente (e più in generale collegata all´operazione Mondadori - Rizzoli) Bompiani dia l´impressione di non essersi ancora riorganizzata e di viaggiare coi motori al minimo.
Questo rischia (o lo ha già fatto) di far passare inosservati romanzi interessanti e sopra la media come questo La Repubblica del giovane scrittore olandese Joost de Vries.

Si tratta di un libro spiccatamente satirico, interno agli ambienti universitari e intellettuali europei: il protagonista Friso de Vos è il giovane delfino/assistente di un carismatico e bizzarro storico hitleriano, Josip Brik. Alla morte di quest´ultimo, pronto per accederne alla successione, gli si mette in mezzo uno strano e fino a quel momento sconosciuto secondo delfino che curiosamente si chiama Philip De Vries (da una parte porta il cognome dell´autore, dall´altra ha assonanze - specie se pronunciato in olandese - col nome di De Vos).

Nonostante queste premesse da gioco puramente letterario, il romanzo dà una rappresentazione gustosa di come si possono immaginare certi ambienti e fucine di maestri di pensiero (effettivi o presunti) e cura anche un tono realistico/nostalgico nella voce di un protagonista che, come certi personaggi di McEwan o di Amis, sembra perdersi per troppa intelligenza o per non sapere vedere la malizia del mondo attorno a lui, sopravvalutando la propria.

Naturalmente il settore degli studi hitleriani al centro del libro dà a De Vries la possibilità di citare aneddoti, sviluppare vere e proprie parti saggistiche e dedicarsi qua e là a boutade politicamente scorrette. Allo stesso tempo il tema del doppio (De Vos/De Vries) è fino a un certo punto giocato in maniera molto gustosa, mentre ho avuto l´impressione che verso il finale lo scrittore non abbia più saputo controllare del tutto la trama pseudo-gialla da lui introdotta e sviluppata (siamo in un dotto convegno viennese, dove attorno a De Vos si crea un viluppo di apparenti complotti).

Nonostante questi aspetti diciamo "virtuosistici" e latamente meta-letterari, il nucleo del libro è molto umano e mi pare consistere nella contraddizione tra vita del pensiero (vita intellettuale, autoreferenzialità di chi prolifera tra libri, studi e riviste) e vita vera, del sentimento, e sulla difficoltà di uscire da un personaggio, da un tipo, auto-costruito. Il fatto che ci siano assonanze tra il tema e gli ambienti trattati e la biografia del De Vries vero, dà naturalmente sostanza e un sentiment credibile al libro.
Sarebbe appunto un peccato che un romanzo tanto ricco di idee, movimentato, dinamico e ironico nella scrittura, versatile, seppur ancora non perfetto (dicevo sopra degli squilibri dovuti all´avvoltolarsi un po´artificioso della trama gialla) fosse ignorato, vista anche la giovane età (appena 34 anni ma questo era stato scritto quando ne aveva 30) non escludo che De Vries possa diventare una voce importante della letteratura europea.

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Informazioni sul libro
Joost de Vries - La Repubblica
Traduzione di Giorgio Testa
Ed. Bompiani 2017
288 pg.
Attualmente in commercio
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