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LIBRI E RECENSIONI. TA-NEHISI COATES - TRA ME E IL MONDO

BIANCO DOMINIO DEL CORPO

Tra me e il mondo



In un mondo perfetto di Tra me e il mondo, del giornalista e scrittore americano Ta-Nehisi Coates si sarebbe parlato di più, anche da noi, anche se è uscito da un piccolo editore, anche se la tematica può sembrare particolarmente specifica e statunitense: il razzismo nei confronti del nero, la questione razziale, affrontata da Coetes con la forma del saggio-narrativo-memoir (una lettera al figlio quindicenne, chiara ripresa di The fire next time di James Baldwin).

Un chiarimento: il tema del razzismo in sé è ovviamente universale, ma qui viene trattato dall´ottica di un nero statunitense, richiamando una serie di riferimenti (scrittori, quartieri, musicisti, pensatori, scuole, ragazzi neri uccisi da poliziotti rimasti perlopiù impuniti) che non a caso necessitano per il lettore italiano/europeo di un (ottimo) apparato di note.
Ciononostante, la lettura sa scuotere e appassionare, a pochi mesi dalla rivolta nera che ha nuovamente infiammato le strade di alcune città americane.

Le tesi di Coates sembrano essere principalmente due:

- Gli Stati Uniti sono una repubblica federale fondata sul razzismo
- il Principale elemento del razzismo è il controllo del corpo nero, la minaccia di ferirlo, disgregarlo, farlo scomparire

Su questa base e attraverso queste due interpretazioni lo scrittore costruisce il proprio percorso di formazione, la ricerca di una propria identità stabile attraverso diversi passaggi (la paura-la lotta-la ribellione-l´orgoglio-la riappacificazione in un tentativo di sintesi) e lo racconta al figlio, perché esso possa farne tesoro e provare a superare il timor panico per il proprio corpo, ma anche di trovare una strada di coabitazione col razzismo che superi sia la auto-ghettizzazione in atteggiamenti di machismo e gerghi giovanilistici che la resiliente non violenza dei sit-in degli anni ´70, e ancora le esplosioni di violenza, punita da quelli che si credono bianchi, in una giustificazione ex-post di un sogno di dominio, continuata schiavitù e prepotente auto-realizzazione (bianca, appunto).

Non è semplicissimo per un bianco italiano comprendere quello che nella narrazione di Coates sia posizione consapevolmente politica, quello che è lascito di un´esperienza personale e quello che si può leggere come una provocazione per rendere più loud and clear la propria parola, per farsi capire meglio dal figlio.
Certamente - dal puro punto di vista enfatico/spettacolare - non si rimane indifferenti alla lunga sequenza di morti ingiustificate di ragazzi neri, come dicevo sopra rimaste ampiamente impunite, una sorta di licenza di uccidere alla polizia, secondo Coates la vera natura, la vera volontà di annientamento e auto-rappresentazione degli Stati Uniti bianchi e imperialisti, anche quelli benpensanti.

Coates è insomma ancora un bel po´incazzato, ma la sua invettiva si mantiene sempre lucida e composta, una prosa che riesce a essere precisa e secca pur non rimanendo nozionale e puramente giornalistica, e si fa lirica ed appassionata quando e dove è il caso.

In ultima analisi, una testimonianza importante (e infatti in patria ampiamente premiata) che credo dovrebbe e potrebbe trovare un suo spazio in scuole e università, ma che può valere anche come completamento saggistico alle letture obbligatorie del genere (penso ad Harper Lee, a Ben Jelloun, a Toni Morrison).
Da parte mia consigliato, e istruttivo.


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Informazioni sul libro
Ta-Nehisi Coates - Tra me e il mondo
Ed. Codice 2016
Traduzione di Chiara Stangalino
206 Pg. (comprese le note)
Attualmente in commercio 
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