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MUSICA. FOALS - WHAT WENT DOWN

NEXT BIG THING

What went down




Per fan di: Modest Mouse, electropop, Radiohead, wave-rock

Altri riferimenti: Klaxons, Bloc Party (quelli bravi dell´inizio)

I Foals - seppure non ancora del tutto affermati dalle nostre parti - in patria si portano dietro un indubbio profumo di "next big thing", di grande live act, di prossimi headliners di big festival, di prossimi (chiaramente nel rispetto delle differenze di genere) Arctic Monkeys o avversari UK degli Arcade Fire e così via. La loro é una musica nervosa, composita, a volte epica (sperando che non si dedichino mai allo stadium-rock) e che spicca per creatività del songwriting e compattezza del suono.

What went down: inizio con gran tiro rock, poi rock-wave, gruppo che se la vuole giocare con gli Arcade Fire, gli Horrors, agli Arctic Monkeys, ritornello urlato-rumoristico-wave, il gruppo sa come scrivere una strofa che aggancia e anche come creare il ritornello da pogo. Poi inserti di tastiere e arrangiamenti epici prima della ripresa del ritornello “franto”.

Mountain at my gates: atteggiamento più funky art-rock, spezzato da nervosità wave, dei Modest Mouse più pacati e lineari, dei Scissors for Sister sulfurei, dei TV on the Radio meno tropicali e contaminati, grande apertura electro-pop melodica nel ritornello che rende ariosa la canzone, prima dell´accelerazione finale a base di chitarra e urla

Birch Tree: tiro electropop quasi New Order, percussionismo funkeggiante, buon trasformismo vocale del cantante che assume un tono più baritonale; la melodia é urbana, di una eleganza quasi Roxy Music nel ritornello su base funky pizzicata, poi finale corale-atmosferico-handclapping (adatto allo stadio?) con melodia “secondaria” convincente e dondolante

Give it all: inizio soffice di matrice Radiohead-Coldplay-XX, voce e tastiere, i Foals non hanno paura a “trattare” melodie più commerciabili (se non commerciali), la canzone sembra sul punto di scattare ma rimane lenta e d´atmosfera, percussiva-tastierosa, finale di nuovo su toni funky con azzeccate risposte-controrisposte voci-coro-tastiere-chitarra

Albatross: inizio serenamente funky-elettronico, buona stratificazione di strumenti mentre il cantato “costruisce” una melodia catchy-pop, passaggi reminiscenti dei Depeche Mode (melodicamente), manto percussivo costante, nessuna ricerca di un ritornello forte ma attenzione alla conduzione “collettiva” della canzone, molto lavoro con vuoti e pieni affidato fondamentalmente ai cori (di nuovo) e alle percussioni (di nuovo) nella coda finale (di nuovo)

Snake Oil: inizio wave, voce che entra nervosa alla Wire o Horrors, ritornello con rock quasi Zeppeliniano laddove prima avevamo soprattutto sentito Depeche Mode o New Order, poi torna la calma (il gruppo mette insieme sempre almeno 3-4 “linee” nella stessa canzone) prima del finale fortemente chitarristico

Night Swimmers: attacco di tastiere-chitarra, andamento nuovamente funky-wave che si apre su ritornello evocativo e chitarre effettate, nonostante l´impegno, le chitarre, le variazioni, canzone che forse non decolla pienamente

London Thunder: inizio da ballatona elettronica-bluesy, la categoria potrebbe essere quell´dell´Indie-Pop più pop (i National? I Coldplay? I am Kloot?), grande fascino nel ritornello in cui entra il “ritmo” e in cui la band si conferma ottima plasmatrice di refrain melodico-modernisti-urbani quasi alla Klaxons, da qui la canzone riparte su ritmo handlcapping-funky

Lonely Hunter: altro materiale singolabile, inizio funky-electro, i Depeche Mode “docet”, il cantante gioca a fare il Gahan, il ritornello (la prima parte) sembra scaturito dalla penna di Gore poi si apre in una “stratificazione” di cori e melodie tipica dei Foals, buon mix di eleganza e incisività

A Knife in the Ocean:  canzone più lunga dell´album andamento suggestivo-atmosferico, dominano le percussioni, le melodie oblique e il tono di voce del cantante, ritornello epico con coro, canzone che procede sulla stessa melodia variando il tipo di arrangiamento, trattamento psichedelico da metà in poi finale dove gli strumenti si fanno “tonitruanti” e il cantato tormentato-urlato come nella conclusione di un rituale epico-sciamanico

Voto (max. 5 stelle)




Punti di forza: come detto energia, songrwirting, suono, atmosfere (dici poco)

Punti di debolezza: pochi, a volte - volendo proprio dirne una - quelle forti reminiscenze di Depeche Mode (sto parlando - chiaramente - di un difetto di personalità, ma appunto é molto veniale)

Canzone da cui partire per farsi un´idea: Lonely Hunter


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