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LIBRI E RECENSIONI. MARTIN AMIS - LA ZONA D´INTERESSE

AMIS: OLOCAUSTO VIRATO SATIRA


LA ZONA D'INTERESSE





Questo nuovo romanzo di Martin Amis è stato discusso e ha anche creato qualche polemica di retrovia per il fatto che il consueto editore tedesco dello scrittore lo ha rifiutato.

Il tema é di quelli fatali della storia recente: L´Olocausto, e il chiacchericcio editoriale riportava come Amis l´avesse buttata in satira, rendendo in qualche modo "scomoda" la pubblicazione nel paese che dell´orrore nazista é stato la patria.


In realtà (faccio una piccola digressione) non mi stupisce che si sia ritenuta difficoltosa la pubblicazione in Germania e in lingua tedesca, per due motivi:


1) È un atto di accusa verso i tedeschi, verso la natura stessa dell´"essere tedesco" in quella fase. Una sorta de "I volonterosi carnefici di Hitler" dove però viene utilizzata una chiave appunto satirica e corrosiva (seppur con un notevole supporto di documentazione, si vedano le note finali). Con un certo margine di dialettica, i tedeschi vengono descritti come porci perversi crudeli e decadenti, figli di una mentalità di dominio folle e depravata.


2) Difficilissimo ritradurlo, visto che specie nella parlata del comandante Doll viene utilizzato (nell'originale) un mix di inglese e tedesco, laddove quest'ultimo mira a rendere più plastico l'effetto parodia (riuscendoci).


In buona sostanza Amis si presenta in gran forma al suo incontro con l´Olocausto. Se trattando un argomento simile ne La casa degli incontri (i gulag) lo scrittore inglese aveva scelto la strada

dell´asciuttezza, del pudore, in questo romanzo vira come già detto sulla satira, una satira, cattiva, malefica, se vogliamo politicamente scorretta.


Ecco, allo scrittore non riesce davvero dire qualcosa davvero nuovo sull´orrore nazista, ma quello che dice lo mette in scena da par suo, con effetti crudelmente comici e un ottimo senso del ritmo.


Il triangolo amoroso su cui si basa la trama diventa un pretesto per parlare della disumanizzazione (e ri-umanizzazione) dell´individuo in una situazione volutamente (lo hanno voluto i tedeschi, chiaro) estrema. Ad Amis riescono alcuni dialoghi brillantissimi, alcune scene madri (l´arrivo dei treni) agghiaccianti nella loro perfetta orchestrazione quasi teatrale-cinematografica e un incipit da par suo (un maestro degli incipit, questo è Amis).

Non é poco, per uno scrittore sommo che tra alti (numerosi) e qualche basso ancora sa appiccicarmi alla pagina come pochi altri.

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