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RECENSIONI IN PILLOLE. EDWARD ST. AUBYN - SENZA PAROLE

I PREMI LETTERARI, CHE SPASSO


Senza Parole



St.Aubyn si é "fatto un nome" con la saga dei Melrose, una sua autobiografia romanzata crudele, cruda, spietata soprattutto nei confronti di se stesso (deve avere avuto una vita tragicamente interessante, St.Aubyn) e ricca di umorismo british (a volte virato nero).

Immagino che il successo dei Melrose insieme a un percorso diciamo terapeutico, di cui la scrittura penso sia stata elemento fondamentale, abbia non poco pacificato lo scrittore, oltre ad avergli aperto la strada e la visuale verso il mondo letterario britannico e in particolare quello dei premi letterari.

Infatti di questo si parla in Senza Parole, che é fondamentalmente una satira "dall´interno" del Man Booker Prize e dei suoi meccanismi, che poi sono quelli che (immaginiamo) facciano parte di ogni premio letterario: l´insipienza dei giurati, la politica, i giochetti sotterranei, l´ego illimitato degli autori e cosi via.

St.Aubyn inscena se stesso nel personaggio meno macchiettistico, lo "scrittore serio" Sam. Per il resto scenette e "pupazzetti" (la scrittrice maledetta e ninfomane, il politico vacuo, l´insegnante di letteratura seria e compíta) a volte divertenti, meno spesso stucchevoli e superflui.

Il libro si fa leggere e conferma la capacitá di satira e umorismo (e rappresentazione sociale) di St. Aubyn, che peró - se non si dá una svegliata e supera l´autobiografismo - rischia di esaurire la vena molto presto.

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