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LIBRI E RECENSIONI. KARL OVE KNAUSGARD - L´ISOLA DELL´INFANZIA

KNAUSGARD E IL SUO MONDO


Recensireilmondo


Come mi sono avvicinato a questo terzo capitolo della sterminata opera autobiografica del norvegese Karl-Ove Knausgard?
Con entusiasmo e timore.
Entusiasmo perché finalmente mi trovavo davanti a un´opera inedita, avevo infatti letto i primi due ancora nel tentativo di Ponte alle Grazie, prima del passaggio a Feltrinelli, che pubblicherà peraltro nei prossimi mesi anche i successivi tre, fino ad arrivare ai 6 di cui consta l´opera completa.
Timore perché pensavo che andando avanti avrebbe potuto perdersi qualcosa, e poi già dal titolo italiano era chiaro il riferimento all´infanzia, un periodo della vita che personalmente trovo difficile raccontare senza annoiare o risultare banali, elegiaci.

Ma no: Knausgard non mi ha deluso e anzi direi che questo é un grande libro, per niente inferiore ai primi due (e non voglio fare classifiche di gradimento).
Non so se sia stato un certo modo di descrivere la natura o il fatto che in quell´epoca che va grosso modo dalla tenera fanciullezza alla prima adolescenza si annidino dei traumi (o i motivi dei traumi successivi), delle Madeleine al contrario (avvelenate), ma per la prima volta il noto paragone con Proust non mi pare azzardato.
C´é una forma di grande rispetto per il ricordo e per il passato in Knausgard, un rispetto che sfocia nella mania, che a sua volta si risove in una narrazione volutamente senza filtri, che appare sincera fino al midollo, ma che lo scrittore conduce senza inutile spontaneismo o compiacimento: riesce nel miracolo di equilibrio di combinare lo sguardo ancora ingenuo, inesperto del ragazzino ipersensibile che era con la lucidità dell´adulto scrittore (consapevole) che rilegge la propria vita (o la vita in generale) alla luce di quello che si é diventati.

I giochi, l´amore della mamma, la scoperta della violenza e degli egoismi, le prime cotte, la fascinazione per il corpo delle compagne di classe, la lettura, la musica - questi gli elementi che vanno a comporre questo lungo romanzo.
Ma le pagine di maggiore potenza, quasi terribili per la tensione generata sono quelle dedicate alla figura del padre (che abbiamo già conosciuto nel primo capitolo), severo, imprevedibile, ma severo e se vogliamo cattivo, crudele in maniera affascinante, perché dove c´é un padre non può (secondo Knausgard)  mancare l´elemento di affetto e la consapevolezza di essere costituito anche di quella materia.

Per ora una delle letture più appaganti di questo 2015. Il prossimo capitolo dovrebbe uscire a breve e riprenderà con la vera e propria "gioventù" di Knausgard, grosso modo dove lo avevamo lasciato nella prima parte del primo capitolo. E io - chiaramente - non vedo l´ora

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