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LIBRI E RECENSIONI. GIACOMO SARTORI - ROGO

LE FALLACIE DELLA MENTE


Rogo


È un' espressione trita, ma esistono libri che ti "conciliano" (riconciliano no, perché non ne ho bisogno) con la letteratura, ti danno qualcosa di nuovo e allo stesso tempo sono delle sorprese, perché non li conoscevi, non li calcolavi, non eri attento.

Così è stato con Rogo di Giacomo Sartori, tanto da farmi chiedere - in corso di lettura - perché questo autore non pubblichi con un grande editore e per quale motivo non sia più conosciuto.

Sartori ha comunque un percorso abbastanza schivo, di professione agronomo, residente all´estero, forse è fuori dai canali che contano, e tutto sommato non è neanche troppo importante.

In questo suo libro, nella sua voce, nel suo raccontare ho trovato una convincente strada italiana al romanzo contemporaneo, completamente alternativa ai filoni che più stanno tenendo impegnati i nostri narratori, penso per esempio all´auto-fiction, o al romanzo della catastrofe e del raggelarsi delle relazioni alla DeLillo. Lo dico in maniera non valutativa nei confronti di tali generi, ma volendo sottolineare una originalità del libro che ho avuto sottomano.

Questa è una strada italiana immaginifica e cupa, una narrazione di anime semplici o(e) tormentate, onirica e allucinata - ma non nella maniera auto-indulgente che attribuisco a un Moresco - un ravanare nelle campagne e montagne fisiche, ma anche nei campi e nei saliscendi fallaci e inattendibili della mente umana.

In questo potentissimo, disturbante Rogo si intersecano tre storie femminili, tre storie di "maternità criminale" ma questo aspetto che potrebbe sembrare cronachistico viene utilizzato per scandagliare gli incerti confini tra normalità e malattia, e illuminare cose che non sappiamo o che crediamo di non sapere, mettere insomma in discussione le terrene certezze del lettore, come i personaggi che dall´esterno osservano le tre protagoniste vengono messi all´angolo continuamente dal mostrarsi di sbieco continuo di un´altra possibile realtà, che non necessariamente è follia.
Per dirla in termini più semplici si parla (anche) di reincarnazione, sogni rivelatori, voci e visioni, ma in una chiave e in contesti stranamente (e in modo quindi ancora più inquietante) realistici, come certi sogni troppo nitidi nel loro scorrere lento senza che il risveglio voglia liberarcene.

Se ricorro a queste immagini e visioni per descrivere il libro, è perché penso sia un testo che si presti, che è difficile catalogare con definizioni di genere o con la descrizione di una trama.

Finisco esprimendo quindi il mio "scosso" entusiasmo per questa storia oscura, e per uno scrittore che spero quanto prima scoperto o riscoperto da molti altri lettori.

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