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LIBRI E RECENSIONI. RICHARD FORD - TUTTO POTREBBE ANDARE MOLTO PEGGIO

BASCOMBE "A RATE"


Tutto potrebbe andare molto peggio

Siamo arrivati al quarto, il fatidico nuovo Ford con Frank Bascombe (dopo "Sportswriter", "Il giorno dell'indipendenza", "Lo stato delle cose").
Ho amato come pochi altri libri e scrittori e personaggi questi tre volumi, lo stile lento e riflessivo di Ford, il personaggio così terribilmente e adorabilmente umano e americano. 
Per cui ora, se seguo l'istinto e parlo di un capitolo minore della quadrilogia i Blogger e lettori di tutto il mondo insorgeranno e mi accuseranno di intelligenza con il nemico.
Ma in effetti non intendo proprio minore, direi semplicemente che é un Ford in parte diverso, la struttura a 4 racconti separati (hanno come nucleo comune il periodo natalizio, l´uragano Sandy e le sue conseguenze, ma soprattutto la riflessione sulla terza età e il passato) toglie quel passo lungo e quel respiro che i tre precedenti avevano, Ford é comunque un maestro, forse (forse) aumenta le dosi di lirismo e dà a Bascombe uno spessore da intellettuale-che-riflette-a-360 che nei libri precedenti mi pare non fosse così spiccato.
Nonostante sia stato fatto notare come questo quarto capitolo fosse probabilmente pianificato in anticipo o comunque lo scrittore ci avesse pensato e per così dire "Lasciato spazio" (perché corrisponde a una nuova stagione e una nuova festività, come i 3 precedenti) mi piace pensare che Ford ci si sia ritrovato, abbia cominciato a mettere giù le idee e si sia trovato con 4 ottimi racconti, ben compiuti, e nessuna intenzione (non voglio parlare di voglia) di legarli in un romanzo.
Troviamo comunque Bascombe e la sua voce inconfondibile, e tanta vita, tanta verità, tanto umorismo - come sempre, la perfetta espressione di quel modo di essere americano, quella volontà di intervenire sulle cose, quel farsi parte attiva, qualcosa che credo venga da lontano, da classici Emerson e da Theroux (così come il rapporto strettissimo con la natura e i suoi fenomeni).
É insomma un libro eccellente, che - rispetto agli altri tre - finisce troppo presto ma é ben lungi da lasciare l'amaro in bocca, é solo una deviazione professionale (si fa per dire) da Bascombe-lettore, li vuoi di 600 pagine, li vuoi ricchi, ti ci vuoi perdere. Qui capita solo in parte, ma é una questione strutturale, non di qualità.
E mi piace pensare che Ford non abbia finito qua con Bascombe, ma forse é una mia visione wishful thinking e romantica della cosa.

PS: Il titolo é sia una citazione da uno dei racconti, sia il titolo di uno degli altri, quindi bravi da Feltrinelli a sceglierlo non impegolandosi nella difficile traduzione dell'originale "Let me be Frank".

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