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LIBRI E RECENSIONI. LEIF GW PERSSON - LA VERA STORIA DEL NASO DI PINOCCHIO

L´EROSIONE DELL´ANTAGONISTA


La vera storia del naso di Pinocchio


Di Leif GW Persson ho già parlato spesso, in qualche modo come antagonista di Mankell, autore ironico e ben documentato (é criminologo e consulente della Polizia di Stoccolma) e che ha sempre rifiutato di trasformare i suoi protagonisti in eroi (seppur con qualche macchia) alla Wallander. O in qualche modo ha tracciato una strada alternativa, più dal basso, il lavoro quotidiano della polizia, frustrante e burocratico, i quotidiani impedimenti e criminali allo stesso tempo (qualche volta) imbranati.

Per collocare meglio la sua produzione, potete provare a leggere questo mio articolo.

Finita la saga di Lars Johansson, quasi a voler sottolineare la sua presa di distanza dal giallo svedese classico Persson continua a divertirsi con il suo eroe alternativo, ovvero quella disgrazia di Bäckström, personaggio secondario nella saga sopra nominata, e qui come nei precedenti Anatomia di un´indagine e Uccidete il drago nel ruolo di protagonista.
Bäckström é grassoccio, corrotto, maschilista, politicamente scorretto tanto da aver ispirato - in una sua versione decisamente edulcorata - una serie Tv americana di un certo successo.
Un antieroe, in pratica, qui però lo troviamo decisamente in carriera, insomma i casi risolti tra intuito, buoni informatori, collaboratori capaci e un po´di sana fortuna lo hanno portato in alto, questo secondo me non giova a questo romanzo che - pur ingegnoso in struttura e non privo di idee - batte un po´in testa perché Persson deve cercare di confermare il nuovo status di Bäckström senza prenderne troppo esplicitamente le parti, e da qui le sottolineature del suo maschilismo, della sua generale assenza di morale e qualche posticcio insuccesso appiccicato qua e là tanto per bilanciare.

Il Plot - costruito attorno all´assassinio di un avvocato di grido e al traffico di opere d´arte - é un po´ legnoso ma sostanzialmente tiene, i personaggi di contorno sono come sempre godibili e Bäckström é la solita adorabile canaglia, eppure anche qui ci troviamo ad osservare come la serialità pian piano eroda qualità e interesse per le opere degli scrittori svedesi (ma il discorso può essere proiettato anche in generale) e questo - per la prima volta, accade anche con Persson. Poco male per ora, perché la lettura é comunque godibile ma non un buon segno per il futuro (del giallo svedese)

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