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CRONACHE DA PORDENONE LEGGE. SITI E LAGIOIA. STANCHEZZA E TALENTO.

COMBATTERE I PREGIUDIZI

La Ferocia

Questo "pezzo" sarebbe diverso se non avessi letto un anteprima de "La Ferocia" di Nicola Lagioia. E se non lo avessi trovato decisamente convincente. Si entra in medias res in maniera quasi Noir, e con i sapori inconfondibili del Sud Italiano, di strade, complanari, furgoncini, capannoni e camionisti che immagino fumare in canottiera, amareggiati da tutto.

Voglio dire: ho partecipato a questo incontro. Due rappresentanti di due diverse generazioni. Ma due scrittori della contemporaneitá, questo era anche il tema dell´evento.
Purtroppo l´incontro é venuto fuori un po´stanco e verboso. O forse ero stanco io?

Siti presentava "Il dio impossibile" che raccoglie i suoi tre romanzi - la trilogia cosí detta del desiderio (omosessuale) - Scuola di Nudo, Un Dolore Normale, Troppi Paradisi.
Romanzi autobiografici, sentiti, che descrivono (secondo l´autore) tre fasi di una debolezza: psicologica, sessuale, economica.
Nella generale verbositá di cui parlavo prima, Siti si é salvato in corner con la sua pacatezza e con un immagine di fulminante plasticitá: i Culturisti (si veda il tema di Troppi paradisi) sono angeli le cui ali sono diventati dei dorsali.
Ci si riferisce al passaggio in cui - sopratutto nei libri - l´oggetto di amore omosessuale smette di essere idealizzato o appunto angelicato e nell´epoca dell´estremo consumismo inizia ad andare in palestra e pomparsi.

Di quello che diceva Lagioia ho invece capito ahimé poco o niente. Forse mi mancano le basi. Mi é sembrato imbevuto di teoria, tra riferimenti al marxismo e frasi sotto le quali ho messo una serie di punti interrogativi. Per esempio: Il Postmoderno é morto, ritorna il Modernismo.
Ho pensato: il Dio dei buoni Libri ci guardi dagli scrittori imbevuti di teoria.
Non mi mancava in questo senso un pregiudizio, visto che l´unico libro letto di Lagioia - ovverro Occidente per Principianti - mi era sembrato soprattutto un occasione perduta.
E il suo eloquio a volte colorito (questa roba qua...e un paio di scusabili...come cacchio si fa?) me lo aveva fatto prendere in antipatia, per quel poco che conta chiaro, e per quell´ancora meno che conta una prima impressione personale in un incontro del genere.

A parte il riferimento di Siti a una generazione di giovani scrittori che tornano a dare importanza al come si racconta e non al cosa e quindi trovano spazio per la sperimentazione (con l´ardito corollario secondo il quale il ritorno allo stile sarebbe un cedere le armi, una sorta di ammissione di sconfitta, il polo opposto al romanzo delle grandi tematiche, morale, se vogliamo ideologico), non ho ben compreso in che modo Lagioia e Siti si intendano come scrittori della contemporaneitá, ma forse non é neanche interessante capirlo.

Meglio leggere, e il convincente Resistere non serve a niente era un grande romanzo della contemporaneitá, della confusione dei valori, dell´impossibilitá di opporsi alla grande aviditá, alla cupidigia, un romanzo che accetta la sconfitta come certe squadre di calcio che fanno la partita della vita contro la grande di turno, e prendono gol all´ultimo minuto, forse giá fuori dal tempo regolare di gioco. E la sconfitta non é mai sembrata cosí dolce, crudele, orgogliosa e soprattutto necessaria.

***
Alla fine, questo breve articolo sarebbe venuto fuori molto piú acido se non fosse cosí importante leggere gli autori e non solo vederli, sentirli parlare.
Non so se prenderó La Ferocia di Lagioia (mentre di sicuro continueró a seguire Siti, uno dei nostri maggiori scrittori secondo me, al momento), ma di certo quanto ho letto (circa una trentina di pagine) mostra la mano di uno scrittore vero e sperabilmente cresciuto rispetto a "Occidente".

Il resto sono presentazioni serali un po´stanche, preda peraltro di molesti domandatori (cinque minuti di soliloquio su protagonista e antagonista, al quale Siti ha risposto con una certa eleganza) e di una incipiente nostalgia per una cosa divertente (che vorrei rifare) e che stava per finire, quella domenica sera.

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