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LE RECENSIONI.MASSIMILIANO PARENTE - IL PIÚ GRANDE ARTISTA DEL MONDO DOPO ADOLF HITLER

SCANDALIZZARE AI TEMPI DI...(METTERE NOME DI SOCIAL A CASO)

Massimiliano Parente

Parlo di questo libro perché mi piace credere nella narrativa italiana e avendone letto uno precedente dello stesso provocautore Massimiliano Parente ovvero "L´inumano" avrei avuto ragione di crederci un pochino di meno, mi era sembrato una schifezza - e non perché fosse pieno di schifezze (cioè pornografia, torture, mutilazioni, violenze, se non sbaglio pure una bestemmia) - quanto perché mi sembrava che l´autore avesse una grande voglia di mettere in scena se stesso e scandalizzare solo per il gusto di farlo o per attirare l´attenzione come un bimbo quando fa una puzzetta per vedere se gli adulti si scandalizzano. Oh, sul reale intento non so, magari Parente aveva intenzioni del tutto diverse, è uno che sa anche scrivere, ma non mi diceva niente, mi sembrava un libro che fosse nato per attirarsi una fatwa, una scomunica, recensioni di gente schifata che chiedeva di metterlo al bando, qualche parola di disdegno del papa e delle gerarchie ecclesiastiche, e invece niente, non se lo è cagato nessuno, almeno non a quel livello.

E ancora peggio: avevo già preso questo "Il più grande artista del mondo..." cioè mi ero già sbilanciato su DUE titoli di questo autore, e questo mi scoraggiava, probabilmente non avrei iniziato questo libro nonostante il titolo stuzzicante se non avessi visto su Facebook (vai a demonizzare i Social Media) che ne parlava bene Giovanni Cocco, altro autore italiano in ascesa, che mi aveva molto convinto con il suo "La caduta" dello scorso anno, una cosa molto più ambiziosa della media.

E insomma Parente anche qui non si nega nulla in quanto a cinismo, politically uncorrect, sesso, pornografia, violenza, ma forse il fatto di non mettersi in gioco in prima persona (o meglio, di non mettere in gioco un personaggio che fa lo scrittore e si chiama Parente) gli da respiro, e insomma questo libro a me è decisamente piaciuto.

Se vogliamo mi dispiace anche attribuire all´autore la volontà di scandalizzare, immaginarmelo mentre aspetta una pioggia di denunce e invece non arriva niente, e poi arriva uno come me, uno con la faccia da bravo ragazzo e che conta poco, e che invece di attaccarlo con livore dice che il libro gli è piaciuto. E quindi non parliamo delle intenzioni, ma del risultato.

Il risultato è azzeccato nell´essere una grande parodia della società dello spettacolo ai tutti i costi, se vogliamo della ricerca dell´unicità a tutti i costi, ricordiamoci (per qualche secondo, poi cerchiamo di dimenticarlo nuovamente) che c´è un collettivo ucraino credo anarchico o anti-governativo o tutti e due che ha filmato una performance dove una dei suoi membri si infilava un pollo (quelli che si vendono al supermercato)...ecco, se lo infilava li. Per fare arte, per protestare contro il potere.
E poi ci sono i nostri tweet, quelli arguti, quelli pensosi, quelli che vorrebbero (a loro volta) scandalizzare.
E come parodia di questo mondo, di come (se vogliamo) stiamo diventando  il libro e il suo protagonista - l´artista Max Fontana, assurto a celebrità per avere ehm...scaricato il suo seme sull´Origine del Mondo di Courbet - funzionano alla grande.

Parente come detto ha un talento perverso che rende l´opera per molte pagine più simile a un saggio che a un romanzo, un saggio dove uno scrittore per il 50% molto consapevole e colto e che ha studiato i classici e per il 50% Beavis e Butthead butta sulla pagina tutto quello che gli viene in mente, comprese alcune (sinceramente divertenti) apologie di Hitler.

Il rischio insito nella maniera di scrivere di Parente è quello di continuare a non scandalizzare, essere superato da sinistra da tutto il Puttanaio Globale Social e non (cioè dalle persone che certe cose non le scrivono, ma le fanno sul serio, e finiscono direttamente nella cronaca dei giornali senza passare dai tempi lenti dei libri degli scrittori) ed assuefare il lettore.

Per quanto mi riguarda non conta il personaggio Parente (che conosco molto poco, nonostante scriva immagino da polemista / critico sul Giornale), non contano i suoi libri precedenti, conta questo che ho appena finito. Ed è un romanzo decisamente divertente, riuscito e che nella sua totale mancanza di qualsiasi tipo di correttezza e autocensura, un paio di riflessioni le induce.

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