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LIBRI E RECENSIONI. EDWARD ST. AUBYN. I MELROSE

TRAGEDIA E REDENZIONE




Si è parlato molto di questo libro, di questa saga dei Melrose dello scrittore inglese St.Aubyn, magari non a livello mainstream - ma se ne è parlato, visti i riconoscimenti e i successi avuti in patria e l´attenzione posta dall´editore italiano.

E merita, questa storia composta da un insieme di romanzi, cinque di cui i primi quattro editi da Neri Pozza in un unico volume e il quinto "Lieto Fine", uscito separatamente (come all´estero).
A un certo punto a dire il vero mi sono venuti dei dubbi, per la visione che mi pareva eccessivamente cinica, grottesca, distruttiva: personaggi solo falsi, o solo perversi, o prevalentemente (nel migliore dei casi) confusi o egoisti o entrambe le cose.

Scoperto che si tratta della autobiografia dell´autore (chiaramente romanzata) ho messo le cose a posto, evidentemente era un percorso di purificazione - buttare tutto fuori, tutti i veleni, per ricominciare da capo, e visti gli avvenimenti, non mi stupisce che ci sia voluto (al protagonista e immagino all´autore) cosi tanto.

Sono pure rimasto stupito che i 4 romanzi (di media lunghezza) raccolti nel primo volume possano essere stati portati in libreria separati e in tempi diversi (i primi 2 nel 1992, il terzo nel 1994, il quarto e ultimo del volume stesso nel 2008) visto che si tratta più che altro di grandi "scene": una cena in famiglia nel primo - con il protagonista bimbo solitario e vittima; un trip (in tutti i sensi della parola) newyorkese il secondo, un mega-ricevimento della pseudo-nobiltà britannica il terzo, con tanto di apparizione di una presenza regale, le vacanze francesi e poi americane della famiglia del protagonista nel quarto, forse l´unico che vedo "reggere" anche come opera a sé stante e infine il funerale della madre nel quinto, in unità di tempo e luogo (la giornata del matrimonio, con alcune concessioni al passato "ricordato" dai vari protagonisti).

Ed è ottima cosa che noi lettori italiani si abbia la possibilità di gustarci la saga in maniera unitaria, è appunto un percorso di violenze, snobismi, rapporti rovinati in maniera irrimediabile, ed è un percorso che NON VOGLIAMO si interrompa con il protagonista a 5 anni e traumatizzato o a 22 e sull´orlo di una overdose.
A volte a dire il vero lo scrittore vuol farci vedere quanto è bravo e pieno di umorismo e british, Esagera, si contorce un po´- d´altra parte ci sono tante idee, tanta intelligenza, tanti sorrisi strappati e si dicono cose non banali su famiglia, amore/odio filiale, sul senso stesso di vivere, o di sopravvivere, o di trovare un proprio ruolo sensato nel mondo.

Credo si tratti insomma di un´opera altamente sopra la media e che ha avuto giustamente successo di pubblico e critica; volendo è proprio "Lieto fine" - il finale - a sembrare meno urgente, cattivo e pacificato, come se il peggio fosse passato e non rimanesse che da scherzarci sopra, un po´distanziati e alienati, se vogliamo - allontanati.

Un´opera che comunque merita, che va letta e vista unitariamente (non fate l´errore di prendere edizioni precedenti a quella di Neri Pozza dove venivano proposte le singole parti, non ha senso).

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