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VORREI ESSERE NICK HORNBY. PARERI IN LIBERTÁ.

BREVI SENSAZIONI

Finita la seconda parte de "La mia lotta" (ne ho parlato qui sul Blog). Ho provato a chiedere a Neri Pozza (non lui in persona, ma il Twitter account) se stiano traducendo gli altri ma mi hanno ritwittato e favorizzato il Tweet senza rispondermi. Questa é una grande differenza tra me e Nick Horby. Voglio dire: lui é uno scrittore, lo prenderebbero sul serio.
AH - aggiornamento del 13 Maggio: il libro in Italia lo ha pubblicato Ponte alle Grazie, per cui cara grazia (e mi stupirete la ripetizione) se Neri Pozza mi ha ritwittato invece di prendermi per scemo (o forse mi hanno ritwittato E mi hanno preso per scemo)

Ah, tanto per rendere (ancora) più autoreferenziale questa rubrica, ho appena finito "Tutta un´altra musica". Di chi? Di me stesso. Cioè di Nick Horby. Non esce dalla categoria del carino, seppur iniziasse bene con la rockstar dispersa e cosi via.
Nel genere avevo apprezzato maggiormente "L´eroe alternativo" di Tim Thornton.

Sto portando avanti - e quasi conducendo una lotta, come é sempre con questo autore - con Mason & Dixon di Pynchon.
Oh, non che manchino gli spunti e i motivi di interesse. Anzi, come al solito é proprio la densità dei riferimenti e personaggi a rendere particolarmente faticosa la lettura. Ma mi pare ci sia una qualità e un´ispirazione maggiore rispetto ad altre opere dell´autore.

Qualche tempo fa avevo segnalato Pepys Road, un romanzo di ambientazione londinese dello scrittore John Lanchester. Sembrerebbe solido realismo sociale UK, come piace a me. Per entrare in sintonia ho però iniziato da un libro precedente dello stesso autore. Si chiama "L´uomo che sognava le altre donne"  e devo dire che per ora sono convinto. Dickens meets Perec meets J.Coe, direi.

Last but not least, la lettura dell´"Angelo Esmeralda" mi sta riconciliando con De Lillo dopo che nei suoi ultimi libri avevo riscontrato un calo di ispirazione. Si tratta di racconti scritti in momenti diversi e in tutti o quasi sto ritrovando quel paradosso tipico del miglior DeLillo, cioè la combinazione di realismo e di una fuga laterale metaforica ed elusiva. E quei dialoghi che sono tanto artefatti da sembrare praticamente veri, in bocca a personaggi così spaesati - e allo stesso tempo in qualche modo "veri"

E UN GIORNO DOPO SCRIVO....

Ecco - nel frattempo entusiasmato dai racconti di DeLillo (eh si, sto ri-trovando il DDL che piace a me, e ne scriverò) e quasi finitoLI ho iniziato un altro libretto smilzo di un altro autore latamente postmoderno che sa esaltarmi e deludermi in egual misura... Del Giudice col suo "In questa luce". Pessime premesse a dire il vero (materiale di recupero, paginette già pubblicate qua e là), ma svolgimento che mi sta intrigando...

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