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MUSICA. MY WASTED YOUTH. HEAVY METAL UNO DI DUE

NOI NOSTALGICI DEL METAL

Ogni tanto preda della bulimia da I-Pod e ascoltando solenni *cagate* (scusa il francese) alla Mumford & Sons o Local Natives mi ricordo quanto era più semplice un tempo. Voglio dire, i miei genitori mi passavano qualche soldino e io sapevo di potermi comprare un disco al mese. Allora la scelta andava ponderata con attenzione, con l´aiuto del negoziante ascoltate alcune canzoni (ora si direbbe un sample) e poi presa una decisione.... vivevo tra l´altro a Massa dove c´erano in tutto due negozi di dischi di cui solo uno un po' fornito del genere che ascoltavo, ovvero l´Hard Rock / Heavy Metal, a cui mi ero appassionato tramite un percorso tortuoso, c´ero arrivato da una parte ascoltando per caso gli Iron Maiden a casa di mio cugino, dall´altro dalla strada commerciale ovvero ascoltando ciò che le radio passavano  - Europe e Bon Jovi.

Ero a fare una gita in bicicletta con l´amico Giulio e lui mi disse a un certo punto che stava cominciando a trovare limitativo l´ascolto di Heavy Metal. Era credo il 1989. A quei tempi avevo dei sogni molto chiari e la frase suonò un po' come se qualcuno mi avesse detto - "guarda che non vedrai mai il Genoa vincere uno scudetto" oppure "ti sposerai con una ragazza la cui grande aspirazione sarà avere il piede accarezzato sul divano mentre tenti di leggere un libro con la mano libera". Insomma una cosa assurda e inaccettabile.

Giulio vedeva lontano e aveva ragione, in realtà. E io vedevo troppo a breve. Arrivato a Milano e in piena epoca grunge avevo scoperto che c´era "life after death" ovvero vita (alternativa e indie) oltre al naturale esaurirsi di un genere per sua natura conservatore.

Eppure, molte delle band che ascoltavo allora sono ancora in attività, e vedo negli splendidi (?) quarantenni come me ma anche in generazioni più giovani una voglia di riscoprire l´energia delle chitarre e della batteria, e quello che é il segno distintivo del genere ovvero tutto sommato mischiare la prima con la melodia, melodia a volte classica a volte di impronta più punk, a volte pop, a volte puramente rock´n´roll - ma sempre di melodia si tratta.

Si può quindi fare qualche bilancio, e devo dire che il mio mi porta a dire che i vertici dell´Heavy, declinati poi in trash, power, classic, glam, street, rappresentano dischi che ancora oggi ascolto con piacere e che alle mie orecchie di ormai appassionato di musica a 359 gradi (uno lo tengo per me, come disse una volta un professore mai troppo rimpianto) suonano come vere e proprie PIETRE MILIARI.

 

Laddove tutto e finito: il Black Album dei Metallica

Per me personalmente ma credo per altri appassionati tale lavoro della band californiana ha rappresentato una tale sintesi, una tale evoluzione del genere da aver contribuito (paradossalmente) in maniera decisiva a ucciderlo e a tarpare per sempre anche la creatività dei Metallica stessi.

In quel lavoro c´era tutto: la potenza dei vecchi e speed Metallica, i riff dei Black Sabbath, la melodia classica a volte declinata in senso pop (Nothing else matters) altre più strettamente rock´n´roll (Enter Sandman). Insomma non si poteva fare piú di cosí, e come spesso succede nell´Heavy il massimo punto di evoluzione corrisponde anche al massimo punto di involuzione, ovvero alla perfezione nella sintesi e nel riciclaggio di materiali già esistenti. Quello che fa la differenza é quindi (come sempre) songrwirting e ispirazione, e da quel momento in poi confrontarsi con tale climax per la band é diventato un fardello insostenibile.
In un altro genere questo é successo ai Soundgarden con Superunknown.

Musica trash con voce glam: ovvero gli Helloween

Ai tempi non si andava per il sottile. C´era la frazione melodica, quella versatile (la mia) e poi i duri e puri. C´era a Massa un  amico/conoscente che apparteneva a questi ultimi e che si trovò spiazzatissimo davanti alla band tedesca ovvero chitarre e batteria indubitabilmente speed (ma non trash) e voce melodica. Per cui il suo commento fu propri quello che riporto sopra.

Michael Kiske é (era?) un grandissimo cantante, e portò ordine e qualità a un gruppo che già negli anni precedenti aveva fatto ottime cose.

Ora che abito in Germania posso giudicare come alcune delle melodie (che il buon Beppe Riva su Metal Schock definiva "giuggiolose") fossero di chiara matrice teutonico-birresca. Insomma il songwriting della band di Amburgo non é che si fosse mai distinto per raffinatezza, alla ricerca di effettacci tra l´epico e il corale a volte un po' troppo faciloni (si ascolti il ritornello di Dr. Stein) ma non si può negare (o meglio: si può ma io non lo faccio)  che i due Keeper siano anche piccoli gioielli di equilibrio tra potenza e melodia, con canzoni imperdibili come I´m Alive, Eagle fly free,  o le due grandi suite a chiudere gli album.

Qui l´esaurimento della creatività era già scritto: i buoni tedesconi non erano geni nello scrivere canzoni e Kiske ci ha messo del suo nel forzare una svolta pop che ha prodotto le schifezze di Chamaleon (non tutto da buttare, comunque).

Disease, Disease, Spreading the disease

Concludo questa prima puntata con una band (e un disco) che ha una caratteristica comune con quelli citati finora e anche con quelli che citerò dopo. Al di là del fatto che un lavoro può colpirti prima, o dopo, o maturare nel tempo, o impressionarti subito, tutte le band e tutti gli LP che ho elencato ed elencherò mi avevano fatto - al primo ascolto - spalancare la bocca e pensare "ma io questo non l´ho ancora mai ascoltato!"

Nel caso degli Anthrax e del loro capolavoro Among the living credo che la variabile sia stata la combinazione tra l´innata capacità di strutturare riff logici e non chiusi in se stessi (chi ha ascoltato nel periodo altri gruppi trash può capire di cosa parlo), la violenza assoluta dell´esecuzione e la melodia di stampo punk/hardcore apportata dalla voce di Belladonna.

Caught in a mosh credo sia un esempio mirabile di tutto questo. Anche qui l´esaurimento era dietro l´angolo, lo stilema riff cadenzato, batteria che accelera, voce acuta che entra non é ripetibile all´infinito (e anche qui, parliamo di musicisti e songwriter normali) ma a volte quando ascolto i Vampire Weekend o i Dirty Projectors o James Blake mi capita di rimpiangere i tempi passati, quella grandissima energia e fantozzianamente chiedermi se forse questi ultimi non confrontino l´ascoltatore solo con la propria aspirazione di sentirsi fico e innovativo  - se insomma non ci autocorazzatapotemkiano senza avere la forza ribelle che portò il proverbiale ragioniere a esplodere nella sua celeberrima affermazione.....

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