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LIBRI E RECENSIONI. DEMETRIO PAOLIN - ANATOMIA DI UN PROFETA

IL LIBRO SPURIO

Anatomia di un profeta - Demetrio Paolin - copertina

Anche se sono due libri e due autori che davvero hanno poco a che fare l´uno con l´altro, trovo significativo parlare di questo Anatomia di un profeta di Demetrio Paolin a pochi giorni di distanza da Cadrò, sognando di volare di Fabio Genovesi, perché se quest´ultimo è un buon esempio di cosa il lavorare per una major possa implicare per un pur bravo scrittore, il romanzo di Paolin mi pare invece mostrare i risultati consentiti da una buona libertà creativa consentita da un editore indipendente e forse attento ad altre logiche (con questo non voglio ovviamente dire che tutti i libri degli editori indipendenti siano belli e liberi, e quelli dei grandi editori assoggettati a logiche commerciali).

In una recente recensione su La Lettura il libro di Paolin, che effettivamente definire romanzo è improprio o almeno limitativo, viene accostato all´aggettivo "spurio". Si tratta effettivamente di un´opera composita, densa e coraggiosa, dove in primis attribuisco una discreta parte di coraggio
all´idea di mettere al centro della scrittura e dell´azione la Bibbia, e in particolare il Libro di Geremia, il profeta del titolo. Nel testo stesso e nei credit si fa riferimento a Il regno di Emmanuel Carrère ma qui già finisce il mio inciso, in quanto non ho letto quel libro.

Paolin incrocia le vicende bibliche e una propria personale ossessione per il ragazzino Patrick, conosciuto durante l´adolescenza piemontese, e mi pare che le due vicende confluiscano da una parte in una riflessione cristologica e se vogliamo ampliare le categorie sul Bene e sul Male, dall´altra in un´analisi narrativa sull´atto di scrivere.
In questo, se da una parte la figura di Geremia si fa a tratti a tutto gli effetti personaggio romanzesco, al contrario Patrick diventa qua e là icona e simbolo del rimuginare dell´autore su interrogativi diciamo alti, ultimi (escatologici?). Il ragazzino diventa insomma innesco per il comparire auto-finzionale dell´autore nel libro ma travalica i propri limiti facendosi attualizzazione della figura di Cristo, che infatti viene da Paolin opportunamente umanizzato (come peraltro tutti i personaggi biblici dell´opera).

Un merito del libro è di avvicinare il lettore in maniera convincente al tema biblico, tendendo da una parte alla divulgazione e utilizzando in generale un apparato di note che fa pensare spontaneamente (e credo fosse un effetto voluto) a Infinite Jest, dall´altra non rinunciando a un tono elevato, saggistico, evitando insomma banalizzazioni ed effetti speciali.

Da un punto di vista puramente romanzesco non mancano le scene forti e d´altra parte il rimando biblico lo consente e anzi lo incentiva (violenza, torture, tradimento, assassinio, sesso - nella Bibbia c´è tutto) ma credo che il nucleo forte del libro risieda proprio nella sua natura spuria e nella libertà consentita all´autore di spaziare, tornare indietro, accelerare e permettersi momenti di elucubrazione statica, agire nell´ambito di quello che grosso modo potrebbe essere definito romanzo-saggio ma tenendo la lente sostanzialmente fissa su quattro personaggi, in sostanza, non facili da trattare (quali? Se stesso, Patrick, Geremia, Dio).

Da quanto ho letto la gestazione di questo libro è stata lunga (e lo sforzo di documentazione notevole, come mostra la bibliografia finale), ma il risultato è, come dicevo, denso senza essere pesante, e Anatomia di un profeta è un risultato brillante, notevole, della letteratura italiana degli ultimi anni e sarebbe un peccato fosse trascurato a causa del periodo particolare in cui esce. Consigliato: prendetelo, ordinatelo, scaricatelo, se necessario rubatelo.


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Informazioni sul libro
Demetrio Paolin - Anatomia di un profeta
Ed. Voland 2020
256 pag.
Attualmente in commercio
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