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LE ANTICIPAZIONI PER IL 2020. AMERICANI, UN INGLESE E LA LUISELLI.

SENZA LIMITI

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Proseguo con le anticipazioni per il 2020 con un po´di americana e due bonus-track: uno scrittore inglese e una sorpresa (almeno per me) dal reparto che ho convenzionalmente chiamato "Grandi nomi".

Parto con Liquami (in originale Night Soil) di Dale Peck, in uscita ad Aprile per i valorosi ragazzi di D Editore.
Peck in patria è piuttosto famoso come critico letterario/polemista, noto per alcune sue opinioni estreme; ha scritto narrativa, libri per bambini e saggistica e da noi è già stato pubblicato, ma senza troppa fortuna.
Ho motivi per pensare che l´editore punterà su questo libro e lo farà circolare cercando di cambiare i destini del suo autore in Italia. Si tratta di una storia forte, di formazione e familiare, incentrata attorno alla figura del "ragazzo" Judas Stammer, letteralmente marchiato da una voglia porpora che gli occupa metà del viso e metaforicamente segnato da una famiglia ingombrante, nel passato e nel presente. Un ragazzo isolato a scuola e a casa, problematizzato per il suo aspetto e le sue preferenze sessuali. Alla ricerca di qualche piacere e di se stesso, Judas si troverà a fare i conti - come si suol dire - con i segreti della propria famiglia. E con le proprie ossessioni.
Il romanzo promette una storia poco convenzionale con una scrittura ricercata, un qualcosa che sembrerebbe piazzarsi a metà tra il romanzo di formazione, come dicevo prima, il southern gothic e la classica ricognizione dei lati oscuri del sogno americano. Sono curioso di guardarci dentro.

Continuo con un autore da noi già noto e che con questo libro passa dalla indie Nutrimenti alla quasi-major La Nave di Teseo, che, in base alle informazioni che ho, ne acquisisce anche il "catalogo".
Parlo di Percival Everett al quale personalmente, dopo il discreto ma tutto sommato convenzionale Deserto americano  e lo sperimentale ma (mia umile opinione, so che altri la pensano diverso) confuso Percival Everett di Virgin Russell (sic.!) darei un´ultima chance vista la trama intrigante del nuovo Quanto blu in uscita a Gennaio.
Il romanzo è ambientato nel mondo dell´arte e vede protagonista un pittore che sta nascondendo al mondo, agli amici, alle persone più vicine, il dipinto - probabilmente il suo capolavoro - a cui sta lavorando. Questo ha a che fare con il suo passato e con alcune ossessioni che ne derivano: una donna, un´antica relazione, un viaggio insieme a un amico.
Il romanzo ha avuto buona ricezione critica e di pubblico - Everett è autore quotato. Vedremo se anche per me sarà la volta buona.

Proseguo con una novità per 66th and 2nd, in un ambito piuttosto congeniale all´editore romano, quello delle ambientazioni sportive.
Il nome di Harry Gerard "Buzz" Bissinger non dice forse molto alle nostre latitudini, ma si tratta di un importante giornalista d´inchiesta americano, premio Pulitzer 1987.
Con il "reportage" in uscita, Friday night lights, in originale uscito nel 1990, Bissinger segue le vicende del football americano a livello giovanile-high school, in particolare la squadra di underdog Odessa Panthers durante il campionato texano, tra apparenti eroismi e gli aspetti meno edificanti dello sport giovanile americano, e un "set" forte nella cittadina di Odessa, dove apparentemente, tra povertà e generale inosservanza delle leggi, non esiste molto di più´che del football a dare sfogo e speranza alla comunità. Per miei interessi e formazione adoro le storie di sport, e sono consapevole che il football, insieme al baseball, sta agli Stati Uniti come il calcio sta all´Italia, per valore simbolico e sociologico. Per questi aspetti, il libro è in lista.

Ero incerto se metterlo tra i grandi nomi: Wallace Stegner, tornato in Italia nel 2019 con la traduzione di Verso un sicuro approdo (Crossing to safety, suo ultimo romanzo prima della morte, del 1972) ha infatti vinto un Pulitzer proprio con Angolo di riposo del 1972, ora in via di pubblicazione nuovamente per Bompiani.
Si tratta di un librone di quasi ottocento pagine, una storia tipicamente americana, con un protagonista esiliato volontariamente nella propria casa di famiglia dopo un percorso di ascesa-caduta, e che cerca il senso di sé nel passato della famiglia stessa, nelle carte della nonna, dove troverà parallelismi con la propria vicenda, tra scelte sbagliate, sfaccettature del destino, grandi e piccoli eroismi.
Chi ha letto Verso un sicuro approdo - non in molti purtroppo - ha apprezzato. Angolo di riposo esce a Marzo e credo ne riparleremo.

Passo poi a quello che potrebbe essere un grande libro, un libro discusso o una di quelle cose destinate a rimanere nella memoria soprattutto per la natura di curiosità editoriale.
In effetti, che dire di un romanzo (?) lungo 1.600 pagine, dal titolo di Myster.doc (da noi per Il Saggiatore) e - un po´alla Foster Wallace e alla Danieleswki - ricco di interpolazioni come foto, appunti, segni grafici etc.?
L´autore si chiama Matthew McIntosh. Il libro precedente - Well, del 2003, un successo di pubblico e critica negli Stati-Uniti - aveva pure una struttura frammentaria e inusuale, una sorta di insieme di storie suburbane e proletarie ambientate a Seattle; slegate e indipendenti tra loro. Ma era appena di 250 pagine.
Qui McIntosh, quattordici anni dopo, sembra esagerare con una storia metaletteraria, dove vengono descritti, da quanto mi è stato dato di capire, i tentativi di completare o scrivere o ri-scrivere il proprio romanzo da parte di uno scrittore colpito da amnesia.
Prima di correre ignari ed entusiasti verso l´hype date un´occhiata in rete alle foto interne del libro, tra pagine piene solo di asterischi, misteriose foto, cose che potrebbero ricordare Marinetti o Palazzeschi etc.(la foto che ho scelto per l´articolo ritrae proprio un paio di pagine credo significative in questo senso).
Non voglio ovviamente negare a priori valore a questa ennesima opera-mondo, ma a quarantotto anni l´epoca delle cambiali in bianco per la sperimentazione più estrema è passata da un po´. Ovviamente mi ci accosto e ci guardo dentro comunque, sempre, senza pregiudizi.

Ritorno dalle parti di Bompiani, che pubblica a Marzo A Long Island story di Rick Gekoski. Di natali e formazione americani, ma con un presente professionale in Inghilterra, Gekoski è ed è stato stato molte cose: appassionato e commerciante di libri rari, professore universitario, giurato del Booker Prize e, ovviamente, scrittore.
Questo romanzo ha dalla sua titolo e trama ricchi di fascino: quest´ultima si incentra sulle vicende del funzionario filo-socialista Ben (sogno nel cassetto: diventare scrittore) ai tempi del maccartismo, con un trasferimento forzato dal mainstream di Washington a Long Island, tra legittime aspirazioni e dura realtà, in un presente di provincia che ritrae fondamentalmente gli scenari della fanciullezza dello scrittore.
Il libro è del 2018, e segnalo che nei paesi anglofoni il precedente Darke (una storia di isolamento e bibliofilia), tradotto anche da noi sempre per Bompiani, ha avuto maggiore successo critico.

Visto che ci siamo per metà, mi trasferisco interamente in UK con Cynan Jones e La baia, in uscita a Febbraio per 66th and 2nd. Lo scrittore è infatti gallese e ha un percorso sia personale che da autore abbastanza particolare: vive in una baracca nel giardino di sua madre, si rallegra di poter sostenere la sua famiglia per "un anno o due" con le 15.000 sterline vinte per un premio letterario e sostiene che la sua vera ricchezza siano i paesaggi che lo circondano, nella contea gallese del Ceredigion.
Tutto questo afflato naturalista accompagna anche la sua narrativa, come dimostra il libro sopra citato, in originale Cove, una novella di circa 100 pagine: si seguono i pensieri e la vicenda di un kayakista in esplorazione, che si sveglia in mare aperto, ferito e senza riferimenti, senza ricordare nulla del modo in cui ci si sia trovato. Ogni segno del paesaggio scatena per il kayakista rifrazioni e ricordi, suggestioni, e in questo dialogo tra natura e umanità paiono celarsi i punti di forza della storia.

Finisco con la sorpresa che dicevo prima, ovvero Carte false, l´esordio assoluto di Valeria Luiselli, del 2010.
In realtà il libro era già disponibile in traduzione dallo spagnolo, ma La Nuova Frontiera, credo sulla scorta del relativo successo de L´archivio dei bambini perduti, ne pubblica una nuova edizione con una diversa copertina che un po´richiama quella degli ultimi titoli della scrittrice messicana.
La Luiselli, appena ventisettenne, già curava la propria inclinazione per il saggio-narrativo, la riflessione, il frammento, la suggestione letteraria. Immagino che la maturazione sia avvenuta dopo, ma sono lo stesso curioso di vedere come l´autrice si muovesse ai suoi inizi. Anche per questo tratto il libro come anticipazione, visto che credo di non essere il solo a non conoscerlo.

Finisco qui per il momento, credo che il prossimo capitolo sarà dedicato alla Mitteleuropa. Stay tuned.



Commenti

  1. Grazie Marco, ottime segnalazioni , soprattutto, per i miei gusti, le novità di 66th e la splendida Nutrimenti che mi sta dando tante soddisfazioni con A Long Island story.
    Colgo l'occasione per chiederti se hai notizie di John O'Hara, grazie per le tue preziose indicazioni.

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    Risposte
    1. Ciao Luigi, grazie del tuo commento; ti segnalo che A long island story è Bompiani e non Nutrimenti :)
      O´Hara doveva uscire nel 2019, in assenza di nuove notizie lo darei momentaneamente per disperso, se ho nuove Info aggiorno :(

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    2. Grazie, si svista . Speriamo che questa volta tengano fede, grazie

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