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PERCORSO TRA I PREMI LETTERARI. STREGA, CAMPIELLO, STREGA EUROPEO, MAN BOOKER INTERNATIONAL

LA VARIETÁ E LE SPARTIZIONI


su Recensireilmondo


C´è lo Strega, c´è il Campiello, e anche lo Strega Europeo.e da poco è stato assegnato il Man Booker International.

Eventi che chiamano qualche considerazione, anche geo-politica (o di politica editoriale) se vogliamo.

In Italia è chiarissimo il dominio delle Major, mentre per esempio spicca come il vincitore del MBI sia pubblicato da Portobello Books, che fa parte di un consorzio chiamato - non a caso - The Independence Alliance.

Lungi da me stigmatizzare particolarmente comportamenti e strapoteri, per ora mi limitavo a registrare dei fatti.

Dicevo: tra Strega e Campiello otto titoli su dieci sono di Major, ben cinque di Mondadori-Rizzoli, tra gli altri due abbiamo comunque quella che - per influsso e potenza di fuoco - è di fatto una falsa indie, cioè la Nave di Teseo (che poi potrebbe fare la recumpra di Bompiani autosancendo questo che a mio modo di vedere è già un dato di fatto).

Per ambedue i premi uno dei grandi favoriti potrebbe essere illibrogrande, per lo Strega abbiamo avuto Edoardo Albinati, per il Campiello ecco Luca Doninelli con Le cose semplici.
Diciamo che mentre Albinati ha messo mano a una grossa elucubrazione d´autore, rifugiandosi nei territori a volte fin troppo comodi dell´autofiction, Doninelli si è messo molto più in gioco con una storia fantasiosa e distopica, ricchissima di temi e personaggi e che secondo me si avvicina di più a essere "grande libro" rispetto a quello di Albinati (fin troppo scorrevole e potabile, viste le premesse).

La Giunti che sta rilanciando la narrativa italiana non è riuscita a mettere in cinquina il proprio "campione" allo Strega, e partecipa da Outsider (ma con un libro interessante, Gli ultimi ragazzi del secolo) al Campiello.

GEMS ha qualche chance in più con Sermonti (Strega) che con Tarabbia al Campiello. Einaudi si è autoesclusa dallo Strega, con la Vinci ha qualche possibilità per l´altro premio, anche se il libro sta passando in una strana sordina, visti nome e qualità dell´autrice.

A me pare probabile un en-plain di Mondadori-Rizzoli. C´é da dire che se però - come mi piacerebbe - vincesse Doninelli al Campiello la cosa avrebbe risvolti differenti, vista la situazione "in sospeso" dell´editore milanese.

Solo soletto a rappresentare la vera editoria indipendente rimane quindi Il Cinghiale di Leonardo Meacci che peraltro per lingua, lavoro sulla stessa, visione, mi pare uno dei non molti (insieme a Doninelli, beninteso) a osare qualcosa di diverso.

***
Andiamo sul Premio Strega Europeo e subito si respira un´aria differente, evidentemente il premio "conta meno" a livello di effetto delle vendite, ed ecco che la shortlist è tutta occupata da piccoli editori, e da libri decisamente interessanti.

Abbiamo Mircea Cartarescu con Abbacinante (Voland), terzo capitolo di una trilogia di cui benissimo si sente parlare.

Scelta di grande prestigio è Annie Ernaux con il suo Gli anni (L´Orma).

Poi la scozzese Kerry Hudson con Sete (Beat, originariamente Minimum Fax), storia d´amore proletario, quasi un Sillitoe femminile e aggiornato al nuovo secolo. Della Hudson mi sento di nominare anche Tutti gli uomini di mia madre, uscito da poco nuovamente per Minimum Fax.

E ancora: per marcos y marcos lo spagnolo Ricardo Menédez Salmon con un titolo che riecheggia McEwan - Bambini nel tempo - e che in realtà è un racconto del più terribile dei lutti.

Per finire il tedesco Ralf Rothmann con Morire in primavera (Neri Pozza), storia di destini e uomini ai margini (o ai margini del finale) della seconda guerra mondiale.

Vista la prevalenza dei piccoli, qualcuno potrebbe addirittura sospettare che viga una sorta di logica riparatoria rispetto allo Strega principale, in ogni modo meglio cosi e speriamo che il Premio si mantenga in questo piacevole understatement e non diventi territorio di conquista.

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Parlo per finire del Man Booker Prize International vedendolo anche se vogliamo in ottica italiana, quali editori si sono già mossi? Di che autori parliamo? Ci sono tendenze interessanti?

Ha vinto il breve e postmoderno romanzo The Vegetarian della coreana Han Kang, ma per la prima volta il premio è andato in ex-aequo alla traduttrice in inglese Deborah Smith.
Il libro è una sorta di "discesa agli inferi" (mentali) di un personaggio femminile ossessionato da sogni di sangue e brutalità. Può ricordare certo McEwan, altri paragoni sono stati con Il profumo di Süskind e La cena di Koch.
Vedremo come e se reagiranno i nostri editori.

Interessante e composita anche la rimanente shortlist.

L´angolano (di lingua portoghese) José Eduardo Angalusa con A general Theory of oblivion, romanzo di natura simbolica-claustrofobica.
Lo scrittore è tradotto da noi e - un´altra volta - si muove tra editori piccoli (La nuova frontiera, Edizioni dell´urogallo). Nei paesi anglofoni lo pubblica invece un marchio di Random House.

Poi non ha bisogno di particolari commenti Elena Ferrante con Storia della bambina perduta.

Il nome pretigioso di Orahn Pamuk con La stranezza che ho nella testa (da noi Einaudi).

L´austriaco Robert Seethaler con il suo Stoner-like-romanzo Una vita intera (Neri Pozza).

Per finire il cinese Yan Lianke, scrittore fortemente satirico e per questo soggetto a censura in patria, con The four books, romanzo storico/di denuncia sul tema del Grande Balzo Maoista.
Anche lui autore già tradotto in Italia, prima Einaudi e ora Nottetempo.

Fa ben sperare tutto sommato che al di là della Ferrante tre autori su quattro fossero già presenti da noi, testimonia di un certo lavoro di ricerca che non attende i responsi dei premi.

***
Avvertenza: Come spesso nel mio caso, questo articolo al di là di qualche spunto e collegamento non si propone come visione sistematica sul mondo dei premi, vale come percorso, in primis per avvicinarsi e interessarsi ai romanzi citati.


Commenti

  1. Bertante è venuto alla libreria che frequento per Letti di notte e la mia libraia, che è sua amica di infanzia ha letto dei pezzi del suo romanzo. Mi ha ispirato un sacco e tra tutti quelli in cinquina al campiello è l'unico che leggerei (stando alle quarte di copertina).
    In omaggio al Premio Strega Europeo ho cominciato stamattina Gli Anni della Ernaux, che a pag. 11 (il mio tragitto sul tram è breve) mi sembra molto interessante, vedremo. Vorrei leggere anche Abbacinante il Corpo. Della Hudson ho l'ultimo uscito e quindi su quello mi butterò :)
    Che tu sappia è prevista una seconda edizione del Premio Sinbad?

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    Risposte
    1. grazie del commento. Quello di Bertante mi interessa il molto. La Hudson mi incuriosisce.

      Non so del premio Sinbad, ma mi informeró.

      Marco

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