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LIBRI E RECENSIONI. MICHEL HOUELLEBECQ - SOTTOMISSIONE

UNA FICTION POCO RIUSCITA

Su Recensireilmondo



Si può credo con un certo grado di approssimazione sostenere che Michael Houellebecq abbia in testa un solo romanzo, ma che romanzo.
Rispondendo credo a una propria urgenza interna, lo scrittore francese ha inventato questo personaggio nichilista e malinconicamente amorale, che popola tutti i suoi libri.
Lo ha inventato come personaggio chiave di un occidente in disfacimento: in tempi in cui la pornografia e la libera circolazione dei corpi (specie femminili) erano ancora (forse solo da alcuni) avvertibili come risorse scarse, ne ha profetizzato la liberalizzazione e ha anticipato i riti della odierna scatenata promiscuità. O del relativo desiderio.

Il rischio per uno scrittore del genere è chiaro: esaurire la propria vena, una volta esaurita l´urgenza. Il fascino della borghesia, pacificante. Il potere e i soldi. Le antiche turbolenze che si calmano.
Fino a all´ultimo "La carta e il territorio" questo non era avvenuto. Di questo "Sottomissione" si sarebbe parlato comunque, ma il romanzo pare già essere diventato (insieme) un simbolo e un instant-book , a causa degli stranoti fatti di Parigi.

Leggendo Sottomissione, ho pensato che Houllebecq non abbia perso il suo talento, ma che questa volta avrebbe fatto meglio ad applicarlo a un più breve e mirato pamphlet sull´islamismo o a una storia per Topolino. Avete presente quelle storie divertenti e a tesi in cui disegnatori e sceneggiatori si applicavano a pezzi di realtà circostante (Paperone e le tasse, i computer, l´inquinamento). Divertenti e meravigliosamente telefonate.

Dico questo perché mi sembra ben uno spreco di talento, per un risultato leggibile ma tutto sommato modesto. In realtà - mi pare lo abbia notato Baricco nella sua recensione - ci sono due storie, amalgamate piuttosto male, e questo é uno dei problemi.
Una è la solita vicenda del personaggio Houellebecquiano, come di consueto insoddisfatto (ma forse sarebbe meglio dire annoiato) di se stesso e della vita, alla ricerca di distrazioni - come sempre nel sesso - forse qui mediamente più romantico e meno disperato del solito. La solita storia insomma, ma con meno ispirazione e potenza che negli altri libri.
L´altra è la ben nota distopia nella quale l´islamismo morbidamente e attraverso un patto "scellerato" con sinistra e destra-non-estrema va al potere in Francia e si impone, giorno dopo giorno.
Le pagine migliori sono quelle, davvero inquietanti, degli scenari e avvenimenti pre-elettorali, dove sembra di calarsi in una realtà parallela nella quale lo stesso concetto di consesso civile si scioglie. Qui lo scrittore inventa un viaggio del protagonista in una Francia rurale, a sottolineare il contrasto tra l´indifferenza dei paesaggi (e del protagonista stesso) e il bruciare del conflitto.

Una volta salito al potere il presidente musulmano, anche questa parte di storia si stabilizza, si normalizza e direi che diventa quasi didascalica. È un immenso e per carità ben documentato e ben spiegato (ma nei libri riusciti si illustra, non si spiega) "come sarebbe se". Dal punto di vista puramente delle idee è interessante riflettere sui temi proposti (la presunta contiguità di cristianesimo e islamismo, l´ideale di una grande europa religiosa contrapposta all´ateismo laico - americano?, la permeabilità alle tradizioni musulmane), ma appunto non deve per forza essere un romanzo a proporre questi temi.
Anche indignarsi a leggere dello status della donna in tale società, o per le pronte conversioni alla religione di Maometto di notabili, politici e professori - in nome della carriera - mi pare fatica sprecata.
Come ogni distopia viene infatti proposta una realtà parallela, non desiderabile e secondo me non destinata a realizzarsi. La battaglia per il mantenimento di una identità religiosa laica europea potrà essere combattuta, ma non credo proprio sul piano immaginato da Houellebecq. Alla fine é fiction. Houllebecq è uno scrittore di fiction. In questo caso - ed è la prima volta che lo dico per lo scrittore francese - non particolarmente riuscita.

Commenti

  1. Anche io ho postato una recensione sull'ultimo libro di Houellebecq, ma non l'ho trovato così male...

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  2. ciao Paola, grazie del commento, neanche io l´ho trovato male, solo inferiore ad altre sue opere

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  3. Credo che sia un libro particolarmente attuale, ecco i fatti di Parigi e i continui sbarchi (invasione?) nel nostre coste fa veramente riflettere e magari le fiction facessero in generale riflettere ,anche in minima parte, come questo libro. credo che leggerò anche altro di questo scrittore che non conoscevo e tutto sommato si è dimostrato originale.

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