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LIBRI E RECENSIONI. ROMANZI CON LA DATA DI SCADENZA? LATRONICO - LA COSPIRAZIONE DELLE COLOMBE


LATRONICO E LA CATTIVA FINANZA - UNA RIFLESSIONE

 

  

Oh, il romanzo "espresso" sulle storture e le cattiverie della finanza, destinato ad appagare la nostra voglia di veder puniti quei potenti che (immaginiamo) nell´anonimato e nel mistero tirano le fila dei nostri destini arricchendosi  a dismisura e oltretutto cadendo sempre in piedi

É curioso come in molti titoli di questo genere ricorra come deus ex machina il celeberrimo schema di Ponzi che secondo me consente narrativamente di far crescere e poi crollare il metaforico castello di carte (in questo caso - immagino - banconote) senza troppo sottilizzare o impelagarsi in complesse alchimie finanziari - anche se poi devo dire per loro natura i libri del genere sono mediamente ben documentati anche sulla parte tecnica (non che ci si possa aspettare il contrario)

E insomma dopo Lehman Brothers questo sta diventando un vero e proprio genere: mi vengono in mente Union Atlantic di Haslett (benino), i Privilegiati di Jonathan Dee (molto bene), poi Non sono stato io del tedesco Magnusson (tecnicamente ben documentato, come romanzo benino). ma perché no, un ruolo da capostipite potrebbe essere attribuito a Cosmopolis di DeLillo che evidentemente da grande scrittore aveva già previsto tutto (anche se il libro in questione é diciamo "minore" nella produzione dell´autore americano) e poi ancora Charlie Summers di Paul Torday (bene, visto il mestiere dell´autore).

In qualche modo questo tipo di romanzo ha una data di scadenza appiccicata sopra, e allo stesso tempo però se contestualizzato negli anni in cui viviamo é utile e appunto appagante nel senso sopra descritto. interessante sarà vedere tra dieci anni cosa sarà rimasto, cioè quali titoli ancora avranno un significato. per quanto mi riguarda, prevederei molto pochi (diverso per gli scrittori, esempio Dee de "I privilegiati" é un talento disfunzionale alla Franzen)

Giustamente il genere ha raggiunto anche l´Italia, ed eccoci a parlare di Latronico, e della sua opera discretamente ambiziosa e secondo me riuscita solo in parte...

Intanto una cosa: questo é il primo romanzo nella mia vita nel quale un giudizio moderatamente positivo si trasforma in negativo a causa della famosa "morale" o - più semplicemente - di un finale che ho trovato un po' disonesto nei confronti del lettore. non dico altro per non creare spoiler...

Latronico é poi un ottimo cronachista ma per la scrittura mi ha ricordato Saviano - prosa spesso molto faticosa, legnosa, insomma autore che sembrerebbe non baciato da un talento di scrittore vero - ma il voto sarebbe stato comunque più alto - il giudizio migliore, senza quel finale, dove vincono i cattivi ma quelli meno cattivi, e (forse) perdono i cattivi quelli cattivi davvero.

All´attivo invece alcuni personaggi "potenti" (primo tra tutti secondo me l´albanese Donka Berati, tanto sfumato nelle sue azioni e reazioni da sembrare il più reale tra i protagonisti del libro) e appunto il tentativo - parzialmente riuscito - di mettere mano alla versione italiana del romanzo di cui parlavo all´inizio.

Lo scrittore resta comunque da seguire....seppure, leggendo alcune sue pagine Internet mi viene il sospetto che la sua natura sia sopratutto di ottimo saggista e critico?

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